Elettra (D'Annunzio)/A uno dei Mille

A uno dei mille

../A Roma ../La notte di Caprera IncludiIntestazione 8 dicembre 2018 100% letteratura

A Roma La notte di Caprera


[p. 42 modifica]

A UNO DEI MILLE

O
VEGLIARDO, consunto come l’usto

dell’àncora che troppe volte morse
con sue marre i tenaci fondi, pregno
4del sale amaro,
splende la gloria sul tuo volto adusto

[p. 43 modifica]

quando nelle fortune indaghi l’Orse
e t’argomenti di campar tuo legno
8cercando il faro?

Quando torni dall’isola dei Sardi
carico, e taciturno al tuo timone
stai rugumando il tuo masticaticcio,
12tese le scotte,
a tratti co’ tuoi grigi occhi non guardi
per l’ombra se tu scorga il tuo Leone
fiammeggiare laggiù sul sasso arsiccio
16contro la notte?

E quando poi governi a prender porto,
maggio illustrando la città dei Doria,
non cerchi tu quella che a Quarto eresse
20magra colonna
la modestia del popolo risorto,
per figurarvi in sommo la Vittoria
che sul gran cor parea ti sorridesse
24come tua donna?

Tu non rispondi. Solo ascolti i vènti
e disputi talor con la tempesta.
Hai crudo e breve il motto a dir tua noia,
28e più non dici.

[p. 44 modifica]

Tua vita va tra due divini eventi,
tra bonaccia e fortuna; e quella gesta
la scrisser già su le tue vecchie cuoia
32le cicatrici.

Ond’io ti priego che mi sii benigno,
o tu che troppo sai d’amaro sale,
se consecrarti ardii questi miei carmi
36tumultuanti.
In van chiesi al tuo mar che nel macigno,
nell’invitto macigno sepolcrale,
volesse per l’eternità foggiarmi
40strofe giganti.

Ma tu vi sentirai correre, sopra
al rosso bulicame, odor salmastro;
romoreggiar v’udrai l’onda nemica
44come il frangente;
vi rivedrai quale t’apparve all’opra
Colui che fu buon calafato e mastro
d’ascia, d’ogni arte artiere, dell’antica
48tirrenia gente.

Io ne cercai l’imagine sicura
entro gli occhi tuoi tristi, in cor tremando.
Eri presso il cordaio per rinnovare

[p. 45 modifica]

52tue gomenette;
seguivi l’arte della torcitura,
il crocile, la pigna, il naspo; quando
su le tue labbra le parole amare
56lessi, non dette.

“Il torticcio dell’àncora s’è rotto.
Rinnovarlo non giova. Orvia, tralascia!
Per flagelli e capestri, o cordaio, l’acre
60canape torci.
La terza Italia si distende sotto
ogni bertone come una bagascia.
E Roma all’ombra delle querci sacre
64pascola i porci.„