Elegie romane/I/Sera su i colli d'Alba
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SERA SU I COLLI D’ALBA
Oh, su la terra albana, bontà de la pioggia recente!
2Grande è la sera; accoglie grandi respiri il cielo.
Umido il ciel s’inarca su ’l piano a cui s’abbandona
4lento il declivio. Ride l’ultime nubi in fuga,
l’ultime nubi, trame leggère che passa la luna
6èsile trascorrendo come una spola d’oro.
Compie l’aerea spola un’opra silente. Nel folto
8celasi; risfavilla di tra le fila rare.
Muta la segue in alto la donna pensosa, con occhi
10puri, che guardan oltre: — oltre la vita, in vano!
Quale desío la tiene? Qual nuovo pensiero, qual sogno
12su dal pallor notturno de la sua fronte sale?
Tenue Luna, o amante dolcissima d’Endimione;
14cielo di perla effuso, pallido men di lei;
cielo che spandi al piano una neve impalpabile (come
16placidamente cade sopra le arboree cime!);
tu, mar Tirreno, o letto remoto del Giorno (per l’aria
18fanno gli odor terrestri altro invisibil mare);
Espero, e tu, o lungi ridente pupilla: e voi, larghi
20paschi ove grandeggiando sazio s’attarda il bue;
torme d’olivi, e voi con braccia protese a la sera,
22bianche nel bianco lume, religïose; e voi
tutte, apparenze de la divina Bellezza ne’ puri
24occhi, non mi rapite l’anima sua; ma fate,
s’io v’adorai, ma fate che l’anima sua forse stanca
26volgasi a me, piangendo, con infinito amore!