El fuggir di Min Zeppa, quando sente
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti (Cecco Angiolieri)
CXXXI
La pusillanimitá di Mia Zeppa è addirittura un’esagerazione.
E1 fuggir di Min Zeppa, quando sente
i nimici, si passa ogni volare;
e Pier Faste’, che venne d’oltre mare
4in una notte ’n Siena, fe’ niente
a rispetto di lui, ché veramente
il su’ fuggir si può dir millantare:
Die, dagli tu ’l malanno, quando fare
8non può ’l fuggir piú temperatamente.
Ché rimarrebbe tra Lodi e Pavia
alcuna fiata, ma non ne fie nulla,
11ell’e’facci altro, ch’usato si sia.
E’fuggirla per un fanciul di culla;
ond’i’per me non ci veggi’altra via,
14ch’i’ mi vad’affogar. — Or che ti crulla? —