Giuseppe Gioachino Belli

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La pavura Er padrone bbon'anima
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1837

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EL CAPPELLARO

     “È in ordine, sì o nò, questo cappello?„
“Quale?„ “Il cappello bianco.„ “Ah, ssissiggnora.1
Checco,2 venite cqua: ccacciate fora
Quel tutto-lepre. Nò cquesto... nò cquello....„

     “Orsù, non dite più bugie, fratello....„
“Via, dunque, el zu’ cappello se lavora.„
“Vediamolo.„ “L’ha in mano l’orlatora.„
“Mandateci.„ “Eh, el regazzo sta al fornello....„

     “Ho capito.„ “Ma llei sii perzuasa,
Sor cavajjere, ch’el cappello è ppronto,
E ddomatina je lo manno a ccasa.„

     “Lo stesso mi diceste l’altra festa.„
“Lei nun ce penzi ppiù: llei facci conto
Com’el cappello ggià ll’avessi3 in testa.„

4 marzo 1837

Note

  1. Sì signore. Il popolo l’usa sempre in femminino.
  2. Francesco.
  3. L’avesse.