../II

IncludiIntestazione 23 giugno 2023 75% Da definire

II
[p. 184 modifica]

I

ERGASTO.

Era il Sol vêr l’Occaso, alla stagione,
     Che s’infiorano i prati, ed io pensoso
     3Moveva lento il piè lungo il Mugnone:
Pochi passi mutai, che dove ombroso
     In alto si sollieva un bel cipresso,
     6Vidi Ergasto seder sul prato erboso.
Crespa fronte, irto crin, ciglio dimesso,
     Nulla avea di letizia, in mezzo a’ fiori
     9Giacea la lira, ed ivi l’arco appresso;
Poichè dietro al pensier de’ suoi dolori
     Per lungo spazio andò da sè lontano,
     12Trasse dal mesto petto un sospir fuori:
Indi la lira sollevò dal piano
     Con la sinistra, e già disposto al canto
     15Recossi l’arco nella destra mano;
Ove le corde ebbe tentate alquanto;
     Ricercando su lor tuono di guai
     18Fece sì fatte udir note di pianto:
Veggonsi sull’April rancj gli erbai,
     Da che ti ci furò nostra sventura,
     21Nè qui più, Tirsi, odorano i rosai.
Sempre sta su quest’aria un’uggia oscura,
     Ben dovuta compagna a’ nostri duoli,
     24Onde più messe omai non si matura.
Posano in secco tronco i loro voli,
     E dolenti cominciano i Fringuelli,
     27E rispondono mesti i Rusignuoli.
E con lungo bebù capre ed agnelli
     Schifano i rivi, e le più molli erbette,
     30Ne mugghiano, ma piangono i vitelli.
Le tessute ghirlande a lor dilette
     Odian le Ninfe, e da’ fioriti prati
     33Per gli erti monti se ne van solette:
Cessano tra’ Pastori i balli usati,
     Ne possono fra noi cetere udirsi,
     36Ed a sampogne non si dan più fiati:
Ben è di dura quercia il petto, o Tirsi,
     Che può non iterar gravi lamenti,
     39Senza per la tua morte intenerirsi.
Io certamente il suon de’ miei tormenti
     Sempre farò sentir quinci d’intorno
     42Stancando l’aria con dogliosi accenti:
Qui tacque Ergasto, e venne meno il giorno.