Ecco il carcere aperto, e il crudo e strano
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Francesco Domenico Clementi
XIII
Ecco il carcere aperto, e il crudo e strano
Nodo alfin rotto, onde già Amor ti strinse;
Fuggi mio cuor, che mai non scampò invano
Dal rio Signor chi col fuggir lo vinse.
5Ma dalla fiera sua prigion lontano,
Se tardi alcun l’incauto piè sospinse;
Postagli in petto la crudel sua mano,
Entro il duro soggiorno ei lo respinse.
Poscia strettolo in nuove aspre ritorte,
10Chiuse il carcere antico, e la severa
Chiave gettò nell’empio sen di Morte.
Fuggi dunque, mio cuore, or che la vera
Tua libertà pose in tua man la sorte:
Fuggi, che indarno poi si cerca e spera.