Drammaturgia di Lione Allacci/Prefazione
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Prefazione
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A’ CORTESI LEGGITORI
L’EDITORE.
F
ino dalla metà del passato Secolo avea Monsignor Lione Allacci, uomo sì famoso nella Letteraria Repubblica, formato per suo diporto un Catalogo di tutti que’ Componimenti Italiani atti a rappresentarsi, che gli erano venuti a notizia, così stampati come manuscritti, in verso ed in prosa, e fattolo poi anche stampare in Roma nell’anno 1666 col titolo di Drammaturgia. Quantunque il Libro per una buona metà tutt’altro contenesse fuorchè titoli di somiglianti Componimenti, tuttavia sì raro diventò in breve, che ora a stento e per carissimo prezzo può ritrovarsi. Fu adunque chi pensò a ristamparlo. Ma non era sì agevole la doppia impresa di correggere gli errori del suo primo Autore, che non erano nè pochi nè leggeri, e di aggiugnere a quel Catalogo quanto mancava. Nè poco impaccio altresì recava il dover continuare la serie fino a’ nostri tempi sì fecondi e copiosi di somiglianti lavori. Queste difficoltà furono nondimeno in buona parte superate dalla istancabil diligenza di Giovanni Cendoni Viniziano, che coll’ajuto del celebre Apostolo Zeno, e d’altri valenti e dotti suoi amici, osservò, confrontò, raccolse, e ammendando aggiunse quanto in questo genere era uscito alla pubblica luce fino all’anno 1748, o poco dipoi. Ma chiusi avendo egli i giorni suoi innanzi di poter vedere condotta a fine e pubblicata colle stampe la sua fatica, venne questa per suo volere, in mano del P. F. Giovanni degli Agostini M. O. e dignissimo Bibliotecario del Convento della Vigna in Vinegia. E non potendo questi già gravemente occupato in altre me letterarie fatiche, darle l’ultima mano, siccome desiderato avea il Cendoni, passò il Manuscritto, per curioso avvenimento, nelle mani di altro Soggetto, che pregatone dal mentovato Padre degli Agostini, si accinse di buona voglia a compiere il rimanente, e rivedendo, riordinando, e accrescendo di bel nuovo con incredibile sofferenza le cose raccolte, diede agio allo Stampatore d’incominciare questa novella Edizione della Drammaturgia; non pensando per altro a condurla oltre al tempo, in cui avea terminato il Cendoni. Ma considerando poi che sarebbe generalmente incresciuto, che avesse a comparire alla luce non interamente compiuta nè fino al presente anno 1754. continuata, sì che appena pubblicata le fosse d’uopo di altra mano che la perfezionasse; e dall’altro canto prevedendo essere quasi impossibil cosa il poter avere diligente notizia di tutte le Rappresentazioni Italiane in questi ultimi tempi stampate in tante parti di Europa come a dire nella Germania, nella Spagna, nell’Inghilterra e fino nella Russia ove già penetrò il piacere dell’Italiano Teatro; per quello dopo alcun convenevol riflesso, si divisò di darne almeno quante più si potevano; meglio certamente essendo l’averne buona parte, che niuna. In un Supplemento adunque (che ben sapendo non essere quale l’intera perfezione dell’Opera richiederebbe, s’è da essa ad arte separato) stanno registrati tutti que’ Componimenti che dopo il 1748, o poco dipoi, furono pubblicati colle stampe e che a nostra notizia pervennero. Nè questi ancora sarebbon giunti al numero, in cui pur sono, senza l’ajuto cortesemente prestatoci dal mentovato riguardevol Soggetto, cui siccome nel rimanente dell’Opera, così anche in questa parte deesi il merito principale. Del modo tenuto in questo lavoro non accade ragionare minutamente, bastando l’opera istessa a mostrarlo da sè. Tuttavia egli è d’uopo avvertire: Che i Componimenti registrati dall’Allacci e che formano, per così dire, il corpo della sua Drammaturgia, sono stati da noi contrassegnati con un asterisco, acciocchè senza fatica potessero distinguersi dagli aggiunti dipoi. Che alla fine di tutta l’Opera s’è posto un’esatto Indice de’ nomi e cognomi degli Autori, per maggior agio degli Eruditi Leggitori. E per fine: Che se talvolta non si ritrovassero da noi superstiziosamente registrate tutte le varie Edizioni di alcun Componimento, ovvero non accennati per minuto i cambiamenti o nel titolo, o in altra parte di quello fatti in altre susseguenti ristampe, questo non dee ascriversi a nostro mancamento. Ma sappiasi per contrario, che e quelle e questi sonosi tralasciati ad arte per non recare altrui assai più noja che vantaggio, facendone troppo minutamente menzione. Del rimanente non dee credersi di aver noi dati esattamente in questa nostra Edizione tutti e quanti sono i titoli de' Componimenti Italiani stampati e atti a rappresentarsi. Sa ognuno molto bene che questo è un mare senza lidi, e noi l’abbiamo imparato a prova. Per questo noi preghiamo sinceramente chiunque osservasse o sbagli notabili, o mancamenti importanti nella presente Edizione a farne cortesemente avvertito il Librajo, acciocchè ristampandosi una volta o l’altra il Libro a vie maggior perfezione possa condursi per comune onore della Italiana Nazione, da cui riconosce il nascimento e la forma il moderno Teatro. In questo modo oltre all’Istoria della nostra Poesia, che molti lumi può trarre da quest’Opera, verrà essa a servire di non picciolo giovamento agli Scrittori della Letteraria delle nostre Provincie e Città, i quali potranno talvolta ravvisarci per entro alcun loro concittadino, di cui forse o non aveano contezza, o se l’ebbero, non sapeano che fosse stato poeta. Gradite adunque l’opera nostra; miglioratela se è in vostra mano, e vivete felici.