Dopo le nozze/Il matrimonio del ricco
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IL MATRIMONIO DEL RICCO
Se il ricco avesse la semplicità e il buon senso del povero, se avesse dovuto come il povero condurre una vita fra le lotte e i sacrifizii, allora soltanto potrebbe apprezzare il giusto valore delle sue ricchezze, e lungi dalle lotte della necessità giornaliera, senza preoccupazioni per l’avvenire, potrebbe condurre una vita veramente felice. Ma i pensieri del ricco sono artificiosi come la vita che conduce, come l’ambiente in cui vive, e l’educazione che riceve. I moti del cuore sono resi muti dal calcolo della mente, gl’impulsi generosi sono frenati dai dettami della ragione. Vedete, in generale, come sono combinati i matrimonii dei ricchi. I giovani non c’entrano quasi per nulla, e non vengono consultati che all’ultimo momento. I genitori, quando hanno unito due nomi pomposi, due fortune rispettabili, credono d’aver formata la felicità dei loro figliuoli; che di solito si sposano o per avere degli eredi del loro nome e della loro fortuna, o per emanciparsi un po’ dai genitori, e in principio, travolti in mezzo ai vortici di pranzi, d’inviti, di doni, di ricevimenti, non hanno tempo di pensare all’avvenire; sono quasi inebbriati, specialmente le povere fanciulle, che non vedono l’ora di poter dominare in uno splendido palazzo, di indossare le ricche vesti ed i diamanti del loro corredo, e si sognano che la vita debba essere un continuo succedersi di feste e di divertimenti. Perciò esse accettano con facilità il primo giovane che vien loro proposto e si sposano conoscendo molto superficialmente l’uomo che dovrà essere il compagno di tutta l’esistenza, l’amico, il protettore.
Spesso succede in simili matrimonii che pochi giorni dopo le nozze i due sposi facciano la dolorosa scoperta di non essere nati l’uno per l’altro. Se non avessero mezzi di fortuna per poter vivere agiatamente divisi, farebbero qualche tentativo per andare d’accordo. Se non fossero stati avvezzi senza lotte, in mezzo alla seta e al velluto, accarezzati e cullati da troppo deboli genitori, forse non si sgomenterebbero di qualche contrarietà nel principio e tenterebbero di tirare innanzi e di tollerarsi a vicenda.
Ma a che fare tanti sforzi, sopportare tante lotte che non sono fatte per la loro debole fibra, quando possono farne a meno?
Fortunatamente danari ne hanno, il loro palazzo è abbastanza vasto perchè possano starci tutti e due e condurre una vita quasi separata, incontrandosi di rado; così almeno quelle poche volte che si troveranno insieme non avranno questioni e saranno buoni amici; poi possono permettersi il lusso di viaggiare l’uno a oriente, l’altro a ponente, uno d’andare in campagna, mentre l’altro rimane in città; hanno molti servi a loro disposizione, possono vivere con un certo sfarzo e appagare tutti i loro capricci; tengono un po’ l’apparenza verso la società, del resto cercano di stordirsi in mezzo ai piaceri ed ai divertimenti, perchè tremano al pensiero della solitudine delle loro sale dorate. Se hanno figliuoli vengono affidati a delle istitutrici, e in questo caso si può dire che la ricchezza divide la famiglia, e invece di apportar la gioia porta il dolore.
Se sapeste quante volte, quella signora che vedete tutta elegante passare come un lampo in uno splendido equipaggio e tutta sorridente a teatro nel suo palchetto, oppure cosparsa di gemme scherzare in una festa da ballo, se sapeste il vuoto che ha nel cuore, e quante volte, dopo una festa rumorosa sparge lagrime amare sul suo guanciale guernito di trina! Vi sono dei momenti che essa invidia la povera fanciulla che col cuor contento allieta di gaie canzoni il modesto casolare, e darebbe una gran parte delle sue ricchezze per avere un cuore fedele, su cui versare tutto l’animo suo.
Un uomo potrà anche provare delle soddisfazioni fuori dalle domestiche pareti, ma per una donna la casa è il suo mondo e tutto il resto non può essere un’ebbrezza passeggera tanto da farle obliare per qualche istante i suoi dispiaceri, i quali verranno più tardi con maggior forza a renderle infelice l’esistenza.
Però se è una cosa rara, pure la felicità nelle case dei ricchi non è sempre una vana parola, e qualche volta la simpatia unisce due persone che si trovarono unite quasi per ubbidire all’altrui volontà.
Allora sì che la ricchezza è come una splendida cornice ad un bel quadro di felicità domestica. In simili casi le immense sale del palazzo non si aprono che per le grandi occasioni, e si riserba per uso giornaliero un quartierino elegante, ma tale da poter tenere unita tutta la famiglia, e non sparpagliata per gli angoli del palazzo.
E là marito e moglie vivono in una serena intimità ed entrambi si occupano dell’educazione e del benessere dei figliuoli, che sono lo scopo principale della loro esistenza. In quanto ai divertimenti e alla società non sono che distrazioni che si permettono di tratto in tratto, ma che non servono che a far loro amare sempre più la casa e i figliuoli, e racchiudono in quelle poche stanze tutta la loro felicità.
Ma questa felicità non la si può raggiungere che vincendo le difficoltà che s’incontrano sempre nel principio d’una nuova vita e quando marito e moglie si uniscono in un solo pensiero ed hanno una sola volontà; per combattere, lottare e uscirne poi contenti e vittoriosi.