Documenti per la storia dell'arte senese/Avvertimento

Avvertimento

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Scrissero delle Arti e degli Artisti Senesi prima il Ghiberti, poi il Vasari, ed in ultimo il Baldinucci: fra i nostrali il Mancini, e l' Ugurgieri. Ma più largamente d'ogni altro ne trattò il P. della Valle, piemontese, nelle sue Lettere Senesi, ajutandosi, non sempre con buon giudizio, degli spogli di libri e di scritture antiche fatti dal Benvoglienti, e de' materialli raccolti con la sua solita diligenza ed ordine dall' abate Gian-Girolamo Carli. Le Lettere Senesi, sebbene mal digerite, e di giudizi e di opinioni spesso strane ed avventate, ebbero allora molto incontro: nè oggi sono dimenticate. Alla publicazione di queste Lettere si deve ascrivere, se l' Abate Lansi si consigliò di separare nella sua Storia della Pittura, dalla fiorentina scuola, la senese; togliendo così la confusione, cje per un suo sistema di far tutto derivare da Giotto, vi aveva portato il Baldinucci. Ebbe poscia il Barone di Rumohr opportunità di illustrare maggiormente la Storia de' primi tempi delle Arti presso di noi, cavando dai documenti che egli ricercò con diligenza ed usò con molto acume di critica, assai materia propria a mostrare il valore de' nostri maggiori artefici di quella età, e sopra ogni altro di Duccio, maravigliosi fra quanti gli furono innanzi, e vissergli contemporanei. Ma la più compiuta ed ordinata Storia fu tentala da Ettore Romagnoli quella sua Biografia degli Artisti Senesi, che si ha tuttavia in penna. E dico tentata; imperciocchè se si riguardi all' amore, alla pazienza, alla diligenza che si pose, certo egli fece opera degna per ogni rispetto di essere lodata; ma se vuolsi ricercare in essa, ordine, critica, lingua e stile, è forza di confessare, che di queste qualità pate grande difetto. Oltre a ciò non pare che egli dell' idioma latino avesse bastante notizia, nè pratica nella lettura delle anntiche carte. Senza le quali due cose, che giovano assai, anzi sono indispensabili alle ricerche ed agli studi eruditi, non sia nessuno che speri di riuscire degnamente in somiglianti imprese. Nondimeno l' opera del Romagnoli sarà sempre un magazzino di molte utili cose, e massime una indicazione delle fonti da cui egli attinse tante svariate notizie. Di queste indicazioni fece suo prò il Gaye nel l' opera del Carteggio Inedito d' Artisti; dove deo molti documenti senesi che pubblicò, parte trasse dal Romagnoli, che li aveva già riferiti per intiero, o per suo mezzo seppene l'esistenza e il luogo. Ed è peccato che i 30 anni spesi dal Romagnoli in questa fatica paziente, non gli sieno bastati che rovistare quasi il solo nostro Archivio delle Riformagioni. E quanto copiosa messe avrebbergi dato anche altri archivi della città, apparisce dalla presente raccolta, cella quale è venuto ora il tempo di discorrere.

Essa, che è il frutto di molti anni di ricerche pazienti e continue, si compone di scritture la più parte inedite. Le publico, perchè mi è parso che potessero essere di non mediovre giovamento non solo alla storia dell' Arte in Siena, ma ancora a quella di altri luoghi. La quali, a chi le leggerà attentamente e a parte a parte andrà esaminandole, se egli è alcun poco informato di siffate materie, appariranno nel loro compreso, di grandissimo momento.

Intendendo di far servire questa raccolta, come ad una dimostrazione per via di documenti, della vita che ebbero le arti belle ne' tre secoli che segnano il sorgere, il progredire e lo scadere loro presso di noi; vi ho allogato anche i documenti giù stampati da altri; non trascurando, quando ne avessi comedità, di conferirli nuovamente cogli originali: il che quanto benefizio sia stato, si manifesterà dal paragone.

E perchè gran parte della Storia delle Arti nostre è nella fabrica del Duomo d' Orvieto, dove, fin dai principii di quel magnifico tempio, gli artefici Senesi ebbero per lunghi anni il primato; copiai perciò dall' Archivio della Fabbrica; annuente cortesemente l' Operaio a quel tempo Nob: Leandro Mazzocchi, ed ajutato dai miei amici Avv: Scipione Borghesi, Giovanni Palmieri, e Marchese Filippo-Antonio Gualterio; tutte le memorie che facevano al proposito mio.

Per le note illustrative ho amato meglio giovarmi quasi sempre di ricordi e memorie tratte da scritture a penna, antiche ed autentiche, piuttostochè dai libri a stampa: e ciò per due ragioni: la prima, perchè spesso erano di compimento al documento che pubblicavo; e la seconda, perchè mi davano occasione opportuna di metter fuori certe notizie che per la loro brevità non potevano aver luogo fra i documenti.

La presente Raccolta sarà divisa in due tomi; nel primo si comprenderanno i documenti dei Secoli XIII e XIV; nel secondo quelli dei Secoli XV e XVI.

Innanzi che finisca la stampa, penso di mandare fuori, come a modo d' introduzione di tutta l' Opera, un Discorso Storico sui principii e sulle vicende dell' Arte in Siena fino a tutto il Secolo XVII.

Ma nè così abbondante, nè così preziosa messe avrei potuto raccogliere, nè questa impresa del pubblicarla avrebbe forse avuto effeto, se non mi fossero stati cortessimi e liberalissimi il Vav: Pietro Bambagini, Rettore dell' Opera del nostro Duomo; Ottavio Macucci, Archivista di essa Opera; i Dottori, Guglielmo Betti, e Gio: Battista Tolomei, l' uno, Archivista alle Riformagioni, l' altro, Cancelliere ai Contratti; e finalmente Pirro lamberti, Commesso nell' Uffizio del Registro; i quali prego, che vogliano accettare questa pubblica testimonianza che rendo loro del molto obbligo e della gratitudine mia.