Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio (1824)/Libro terzo/Capitolo 47

Libro terzo

Capitolo 47

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Che uno buono cittadino
per amore della patria
debbe dimenticare le ingiurie private.

Era Marzio consolo con lo esercito contro ai Sanniti, ed essendo stato in una zuffa ferito, e per questo portando le genti sue pericolo, giudicò il Senato essere necessario mandarvi Papirio Cursore dittatore per sopperire ai difetti del consolo. Ed essendo necessario che il Dittatore fosse nominato da Fabio, quale era consolo con gli eserciti in Toscana; e [p. 235 modifica]dubitando, per essergli nimico, che non volesse nominarlo; gli mandarono i Senatori due ambasciadori a pregarlo, che, posto da parte i privati odii, dovesse per beneficio publico nominarlo. Il che Fabio fece, mosso dalla carità della patria; ancora che col tacere e con molti altri modi facesse segno che tale nominazione gli premesse. Dal quale debbono pigliare esemplo tutti quelli che cercano di essere tenuti buoni cittadini.