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nota Tito Livio in molti di loro: e per ultimo, essendo uno di loro fatto Censore ed avendo il suo collega alla fine de’ diciotto mesi, come ne disponeva la legge, diposto il magistrato, Appio non lo volle diporre, dicendo che lo poteva tenere cinque anni, secondo la prima legge ordinata da’ Censori. E benché sopra questo se ne facessero assai concioni, e generassissene assai tumulti, non pertanto non ci fu mai rimedio che volesse diporlo, contro alla volontà del Popolo e della maggiore parte del Senato. E chi leggerà la orazione gli fece contro Publio Sempronio tribuno della plebe, vi noterà tutte le insolenzie appiane, e tutte le bontà ed umanità usate da infiniti cittadini per ubbidire alle leggi ed agli auspicii della loro patria.


Che uno buono cittadino
per amore della patria
debbe dimenticare le ingiurie private.

Era Marzio consolo con lo esercito contro ai Sanniti, ed essendo stato in una zuffa ferito, e per questo portando le genti sue pericolo, giudicò il Senato essere necessario mandarvi Papirio Cursore dittatore per sopperire ai difetti del consolo. Ed essendo necessario che il Dittatore fosse nominato da Fabio, quale era consolo con gli eserciti in Toscana; e