Diman che festo è 'l dì, col crin ripieno
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Questo testo fa parte della raccolta Antonino Galeani
II
I NASTRI SEDUTTORI
Diman che festo è ’l dí, col crin ripieno
di nastri Egle vedrete, occhi dolenti;
di que’ nastri, di cui miraste intenti
far ieri acquisto a la cittá Sireno.
— Per Egle sono — infra me dissi; — almeno
perduto avesse i pattuiti argenti,
o perda sé, pria che col don la tenti! —
Tal ne sentia geloso picchio al seno.
Sii cauta, o bella; di quei nastri ei trama
lacci a l’onore e, credi a me, n’avrai,
via piú che fregio al crin, sfregio a la fama;
ché l’indegno amator giá tra caprai
gloriando si va (vedi se t’ama!)
ch’avranne in cambio... Io nol vuo’ dir: tu ’l sai!