Diasi a le fiamme il mio ritratto vero
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Del drapello d'Ignazio al bel governo | Contro l'invitto duce | ► |
Questo testo fa parte della raccolta Poesie varie (Marino)/Le pitture e le sculture/I ritratti
xxv
Diasi a le fiamme il mio ritratto vero;
fiera calunnia, iniqua invidia, godi.
Non farete però che ’n mille modi
pur non rimanga in mille carte intero.
Degli altrui scritti giudice severo,
non mi nomina alcun che non mi lodi;
fûr le censure mie saette e chiodi,
onde trafissi altrui, critico arciero.
Quando il tutto compose e ’l tutto ordío,
autore inemendabile e perfetto,
non mi vòlse presente il sommo Dio.
Forse securo allor d’esser corretto
stato non fôra, e che non trovass’io
nel poema del mondo alcun difetto!