Diario di un viaggio in Italia (Tessin)/IV
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NB per raddolcir’il ferro, si passa con olio commune, innanzi che di metter’il ferro nel fuoco, e così se continova lavorando secondo la durezza del ferro, s’adopera poi (per farne fogliami etc.) con istromenti d’acciajo (stahl) (gli quali se fanno dal ferro finissimo) e nell lavorare, si tiene una piccola (man dunckt ein) scatula vicina, riempita di strazio con olio, nel quale sempre se tempera il ferro col quale s’adopera l’altro, il ferro è fatto come quello de scultori per i marmi: NB Questi ferri overo istromenti quando escono dal fuoco, se lasciano fino che diventano come turchini, poi se temperano dentr’un’acqua tepida per renderle più duri e forti.
NB Il Ferro se dora nel fuoco con fogliami d’oro e argento in maniera come seguita, quando il ferro è geraspelt undt glattgemacht all’hora se scalda nel fuoco, fin che diventa come turchino, poi mentre ch’è il più caldo se mettono le foglie piegate doppie di sopra; e questo fatto una volta, se riscalda di nuovo, e se rimettono parimente le foglie doppie, per mettere le foglie se pigliano con certe forbice piane, e per brunirlo se fa colla pietra sanguinea circondata di sopra col ferro. Questa pietra sanguinea viene da S. Giacomo di Gallicia in Espagna, li pellegrini le portano seco, ma è raro di trovare le vere, e se pagano sommamente, sono turchine. L’argento se brunisce con un istromento d’acciaia. Il millia di foglie d’oro per quest’uso costa 30 scudi, il quale quattro volte contato, arriva a 120 sc: ovè dell’oro commune il milliaia non costa altro che 8 scudi.
NB Com’erano finissimamente lavorati gli fogliami e rose di ferro per le carrozze del Card:le d Estè.
Il Ferro delle Carrozze se conserva in Roma per la ruggiaja in maniera come segue, quando hanno lavati et nettate le carrozze, poi s’asciugano gli ferri con un certo panno, e si da sempre un poco d’olio &c.