Operette morali/Dialogo di un venditore d'almanacchi e di un passeggere
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Giacomo Leopardi - Operette morali (1827)
Dialogo di un venditore d'almanacchi e di un passeggere
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- Venditore
- Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?
- Passeggere
- Almanacchi per l’anno nuovo?
- Venditore
- Sì signore.
- Passeggere
- Credete che sarà felice quest’anno nuovo?
- Venditore
- Oh illustrissimo sì, certo.
- Passeggere
- Come quest’anno passato?
- Venditore
- Più più assai.
- Passeggere
- Come quello di là?
- Venditore
- Più più, illustrissimo.
- Passeggere
- Ma come qual altro? Non vi piacerebb’egli che l’anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?
- Venditore
- Signor no, non mi piacerebbe.
- Passeggere
- Quanti anni nuovi sono passati da che voi vendete almanacchi?
- Venditore
- Saranno vent’anni, illustrissimo.
- Passeggere
- A quale di cotesti vent’anni vorreste che somigliasse l’anno venturo?
- Venditore
- Io? non saprei.
- Passeggere
- Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice?
- Venditore
- No in verità, illustrissimo.
- Passeggere
- E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?
- Venditore
- Cotesto si sa.
- Passeggere
- Non tornereste voi a vivere cotesti vent’anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste?
- Venditore
- Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.
- Passeggere
- Ma se aveste a rifare la vita che avete fatta né più né meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati?
- Venditore
- Cotesto non vorrei.
- Passeggere
- Oh che altra vita vorreste rifare? la vita ch’ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l’appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro?
- Venditore
- Lo credo cotesto.
- Passeggere
- Né anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo?
- Venditore
- Signor no davvero, non tornerei.
- Passeggere
- Oh che vita vorreste voi dunque?
- Venditore
- Vorrei una vita così, come Dio me la mandasse, senz’altri patti.
- Passeggere
- Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell’anno nuovo?
- Venditore
- Appunto.
- Passeggere
- Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest’anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d’opinione che sia stato più o di più peso il male che gli è toccato, che il bene; se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?
- Venditore
- Speriamo.
- Passeggere
- Dunque mostratemi l’almanacco più bello che avete.
- Venditore
- Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi.
- Passeggere
- Ecco trenta soldi.
- Venditore
- Grazie, illustrissimo: a rivederla. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi.