Dialoghi con Leucò/L'inconsolabile

L'inconsolabile

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L’inconsolabile

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Il sesso, l'ebbrezza e il sangue richiamarono sempre il mondo sotterraneo e promisero a piú d’uno beatitudini ctonie. Ma il tracio Orfeo, cantore, viandante nell’Ade e vittima lacerata come lo stesso Dioniso, valse di piú.

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(Parlano Orfeo e Bacca).

orfeo   È andata cosí. Salivamo il sentiero tra il bosco delle ombre. Erano già lontani Cocito, lo Stige, la barca, i lamenti. S’intravvedeva sulle foglie il barlume del cielo. Mi sentivo alle spalle il fruscío del suo passo. Ma io ero ancora laggiú e avevo addosso quel freddo. Pensavo che un giorno avrei dovuto tornarci, che ciò ch’è stato sarà ancora. Pensavo alla vita con lei, com’era prima; che un’altra volta sarebbe finita. Ciò ch’è stato sarà. Pensavo a quel gelo, a quel vuoto che avevo traversato e che lei si portava nelle ossa, nel midollo, nel sangue. Valeva la pena di rivivere ancora? Ci pensai, e intravvidi il barlume del giorno. Allora dissi «Sia finita» e mi voltai. Euridice scomparve come si spegne una candela. Sentii soltanto un cigolio, come d’un topo che si salva.

bacca   Strane parole, Orfeo. Quasi non posso crederci. Qui si diceva ch’eri caro agli dèi e alle muse. Molte di noi ti seguono perché ti sanno innamorato e infelice. Eri tanto innamorato che — solo tra gli uomini — hai varcato le porte del nulla. No, non ci credo, Orfeo. Non è stata tua colpa se il destino ti ha tradito.

orfeo   Che c’entra il destino. Il mio destino non tradisce. Ridicolo che dopo quel viaggio, dopo aver visto in faccia il nulla, io mi voltassi per errore o per capriccio.

bacca   Qui si dice che fu per amore. [p. 88 modifica]

orfeo   Non si ama chi è morto.

bacca   Eppure hai pianto per monti e colline — l’hai cercata e chiamata — sei disceso nell’Ade. Questo cos’era?

orfeo   Tu dici che sei come un uomo. Sappi dunque che un uomo non sa che farsi della morte. L’Euridice che ho pianto era una stagione della vita. Io cercavo ben altro laggiú che il suo amore. Cercavo un passato che Euridice non sa. L’ho capito tra i morti mentre cantavo il mio canto. Ho visto le ombre irrigidirsi e guardar vuoto, i lamenti cessare, Persefòne nascondersi il volto, lo stesso tenebroso-impassibile, Ade, protendersi come un mortale e ascoltare. Ho capito che i morti non sono piú nulla.

bacca   Il dolore ti ha stravolto, Orfeo. Chi non rivorrebbe il passato? Euridice era quasi rinata.

orfeo   Per poi morire un’altra volta. Bacca. Per portarsi nel sangue l’orrore dell’Ade e tremare con me giorno e notte. Tu non sai cos’è il nulla.

bacca   E cosí tu che cantando avevi riavuto il passato, l’hai respinto e distrutto. No, non ci posso credere.

orfeo   Capiscimi, Bacca. Fu un vero passato soltanto nel canto. L’Ade vide se stesso soltanto ascoltandomi. Già salendo il sentiero quel passato svaniva, si faceva ricordo, sapeva di morte. Quando mi giunse il primo barlume di cielo, trasalii come un ragazzo, felice e incredulo, trasalii per me solo, per il mondo dei vivi. La stagione che avevo cercato era là in quel barlume. Non m’importò nulla di lei che mi seguiva. Il mio passato fu il chiarore, fu il canto e il mattino. E mi voltai.

bacca   Come hai potuto rassegnarti, Orfeo? Chi ti ha visto al ritorno facevi paura. Euridice era stata per te un’esistenza.

orfeo   Sciocchezze. Euridice morendo divenne altra cosa. Quell’Orfeo che discese nell’Ade, non era piú sposo [p. 89 modifica] né vedovo. Il mio pianto d’allora fu come i pianti che si fanno da ragazzo e si sorride a ricordarli. La stagione è passata. Io cercavo, piangendo, non piú lei ma me stesso. Un destino, se vuoi. Mi ascoltavo.

bacca   Molte di noi ti vengon dietro perché credevano a questo tuo pianto. Tu ci hai dunque ingannate?

orfeo   O Bacca, Bacca, non vuoi proprio capire? Il mio destino non tradisce. Ho cercato me stesso. Non si cerca che questo.

bacca   Qui noi siamo piú semplici, Orfeo. Qui crediamo all’amore e alla morte, e piangiamo e ridiamo con tutti. Le nostre feste piú gioiose sono quelle dove scorre del sangue. Noi, le donne di Tracia, non le temiamo queste cose.

orfeo   Visto dal lato della vita tutto è bello. Ma credi a chi è stato tra i morti... Non vale la pena.

bacca   Un tempo non eri cosí. Non parlavi del nulla. Accostare la morte ci fa simili agli dèi. Tu stesso insegnavi che un’ebbrezza travolge la vita e la morte e ci fa piú che umani... Tu hai veduto la festa.

orfeo   Non è il sangue ciò che conta, ragazza. Né l’ebbrezza né il sangue mi fanno impressione. Ma che cosa sia un uomo è ben difficile dirlo. Neanche tu, Bacca, lo sai.

bacca   Senza di noi saresti nulla, Orfeo.

orfeo   Lo dicevo e lo so. Ma poi che importa? Senza di voi sono disceso all’Ade...

bacca   Sei disceso a cercarci.

orfeo   Ma non vi ho trovate. Volevo tutt’altro. Che tornando alla luce ho trovato.

bacca   Un tempo cantavi Euridice sui monti...

orfeo   Il tempo passa, Bacca. Ci sono i monti, non c’è piú Euridice. Queste cose hanno un nome, e si chiamano uomo. Invocare gli dèi della festa qui non serve. [p. 90 modifica]

bacca   Anche tu li invocavi.

orfeo   Tutto fa un uomo, nella vita. Tutto crede, nei giorni. Crede perfino che il suo sangue scorra alle volte in vene altrui. O che quello che è stato si possa disfare. Crede di rompere il destino con l’ebbrezza. Tutto questo lo so, e non è nulla.

bacca   Non sai che farti della morte, Orfeo, e il tuo pensiero è solo morte. Ci fu un tempo che la festa ci rendeva immortali.

orfeo   E voi godetela la festa. Tutto è lecito a chi non sa ancora. È necessario che ciascuno scenda una volta nel suo inferno. L’orgia del mio destino è finita nell’Ade, finita cantando secondo i miei modi la vita e la morte.

bacca   E che vuol dire che un destino non tradisce?

orfeo   Vuol dire che è dentro di te, cosa tua; piú profondo del sangue, di là da ogni ebbrezza. Nessun dio può toccarlo.

bacca   Può darsi, Orfeo. Ma noi non cerchiamo nessuna Euridice. Com’è dunque che scendiamo all’inferno anche noi?

orfeo   Tutte le volte che s’invoca un dio si conosce la morte. E si scende nell’Ade a strappare qualcosa, a violare un destino. Non si vince la notte, e si perde la luce. Ci si dibatte come ossessi.

bacca   Dici cose cattive... Dunque hai perso la luce anche tu?

orfeo   Ero quasi perduto, e cantavo. Comprendendo ho trovato me stesso.

bacca   Vale la pena di trovarsi in questo modo? C’è una strada piú semplice d’ignoranza e di gioia. Il dio è come un signore tra la vita e la morte. Ci si abbandona alla sua ebbrezza, si dilania o si vien dilaniate. Si rinasce ogni volta, e ci si sveglia come te nel giorno. [p. 91 modifica]

orfeo   Non parlare di giorno, di risveglio. Pochi uomini sanno. Nessuna donna come te, sa cosa sia.

bacca   Forse è per questo che ti seguono, le donne della Tracia. Tu sei per loro come il dio. Sei disceso dai monti. Canti versi di amore e di morte.

orfeo   Sciocca. Con te si può parlare almeno. Forse un giorno sarai come un uomo.

bacca   Purché prima le donne di Tracia...

orfeo   Di’.

bacca   Purché non sbranino il dio.