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bacca   Anche tu li invocavi.

orfeo   Tutto fa un uomo, nella vita. Tutto crede, nei giorni. Crede perfino che il suo sangue scorra alle volte in vene altrui. O che quello che è stato si possa disfare. Crede di rompere il destino con l’ebbrezza. Tutto questo lo so, e non è nulla.

bacca   Non sai che farti della morte, Orfeo, e il tuo pensiero è solo morte. Ci fu un tempo che la festa ci rendeva immortali.

orfeo   E voi godetela la festa. Tutto è lecito a chi non sa ancora. È necessario che ciascuno scenda una volta nel suo inferno. L’orgia del mio destino è finita nell’Ade, finita cantando secondo i miei modi la vita e la morte.

bacca   E che vuol dire che un destino non tradisce?

orfeo   Vuol dire che è dentro di te, cosa tua; piú profondo del sangue, di là da ogni ebbrezza. Nessun dio può toccarlo.

bacca   Può darsi, Orfeo. Ma noi non cerchiamo nessuna Euridice. Com’è dunque che scendiamo all’inferno anche noi?

orfeo   Tutte le volte che s’invoca un dio si conosce la morte. E si scende nell’Ade a strappare qualcosa, a violare un destino. Non si vince la notte, e si perde la luce. Ci si dibatte come ossessi.

bacca   Dici cose cattive... Dunque hai perso la luce anche tu?

orfeo   Ero quasi perduto, e cantavo. Comprendendo ho trovato me stesso.

bacca   Vale la pena di trovarsi in questo modo? C’è una strada piú semplice d’ignoranza e di gioia. Il dio è come un signore tra la vita e la morte. Ci si abbandona alla sua ebbrezza, si dilania o si vien dilaniate. Si rinasce ogni volta, e ci si sveglia come te nel giorno.