Dialoghetti sulle materie correnti nell'anno 1831/Il viaggio di Pulcinella/Scena seconda
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Il viaggio di Pulcinella
Scena seconda
Scena seconda
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SCENA SECONDA.
Il Dottore, Pulcinella, e la Guardia del confine.
- Il Dottore
- Eccoci finalmente nella terra beata della libertà.
- Pulcinella
- Manco male; ci ha voluto però un bel viaggetto.
- Il Dottore
- Cosa ti pare di questa bella Francia? Non è vero che qui anche il respiro sembra più libero?
- Pulcinella
- Sì certo: quì si respira benissimo da tutte le parti senza nessuna soggezione.
- Il Dottore
- Altro che quella miseria di Napoli.....
- Pulcinella
- Sicuramente. A Napoli fa un caldo che affoga, e quì ci è un freschetto proprio da costipazione.
- Il Dottore
- Non mi par vero di essere uscito da un paese dove regna il potere assoluto.
- Pulcinella
- Non vedevo l’ora di arrivare in una terra veramente scomunicata.
- Il Dottore
- Ecco la guardia del confine. Si può entrare nel regno della libertà?
- Pulcinella
- Si può toccare con la punta dei piedi la terra della costipazione?
- La Guardia
- Da dove venite?
- Il Dottore
- Da Napoli.
- La Guardia
- Sarete fuggiti per la causa della libertà?
- Il Dottore
- Appunto. Siamo partiti dalla patria per non vivere sotto un re assoluto.
- La Guardia
- Dunque entrate pure, e fate di ogni erba un fascio. La Francia è la patria di tutti gli uomini liberi.
- Il Dottore
- Quando è così ci sarà gran concorso.
- La Guardia
- Potete immaginarlo. Spagnuoli, Polacchi, Tedeschi, Piemontesi, Bolognesi; tutti li scapestrati e pazzi del mondo, tutta la canaglia che non può vivere nel suo paese viene a godere l’ospitalità della Francia.
- Il Dottore
- E come fa a mantenersi tutta questa gente?
- La Guardia
- Finchè ha un bajocco lo spende. Quando poi sono ridotti veramente in camicia, la gran nazione li provede da capo a piedi. Si tratta che gli passa trentadue quattrini al giorno.
- Pulcinella
- Una bagattella da niente! E chi è che non voglia lasciare la patria, la moglie, i figliuoli, gli amici e quattro stracci di robba per venire a scialare in Francia con trentadue quattrini?
- Il Dottore
- Sarà un gran dispendio per la Francia?
- La Guardia
- La Francia è generosa, e per la sacra causa non guarda a spese.
- Pulcinella
- Una volta però li Francesi studiavano la economia. E quando sono venuti in Italia hanno pigliato tutto, e non ci hanno lasciato neppure le teste dei chiodi.
- La Guardia
Qualche volta la gran nazione sentendosi appetito ha dato qualche morsicotto. Adesso però compensa largamente l’Italia, e il fiore degl’Italiani si trova in Francia a ricevere li trentadue quattrini.
- Il Dottore
- Cosa vuol fare poi la Francia di tutta questa gente?
- La Guardia
- Quel che si fa coi sassi; tirarli contro i cani. La Francia con le sue dottrine spiritose, e con la gloriosa rivoluzione ha dato un pochino sul naso a tutto il genere umano, e conosce bene che tutte le Potenze desiderano di metterle la testa a partito. Perciò volendo distrarle da questo cattivo pensiero procura di accendere il fuoco in casa di esse, e questi rifugiati sono pronti per servire di zolfanelli.
- Il Dottore
- Questo si chiama un pensare veramente saggio e pieno di carità. Per altro uno stato di guerra con tutti non può durare lungamente, e presto o tardi ci sarà un modo di accomodare le cose. Allora cosa farà la Francia di questi liberali?
- La Guardia
- Quello che si fa dei lunarii vecchi; non so se m’intendete.
- Pulcinella
- Intendiamo benissimo, e quel destino è propriamente adattato per il fiore dell’Italia.
- Il Dottore
- Frattanto però i poveri rifugiati si annojeranno di vivere nell’ozio.
- Pulcinella
- Anche a questo ha pensato la gran nazione, e appunto perchè quei buoni galantuomini non soffrano di malinconia li manda provvisoriamente a fare una partita coi Turchi. Anzi, con certi liberali più distinti è stata ancora più generosa, e li ha messi in capponara per fargli risparmiare la dozzina.
- Il Dottore
- Non si può negare che la Francia sia piena di civiltà, e quella degli sbanditi è una vita veramente deliziosa e onorata, e proprio da persone di giudizio.
- Pulcinella
- Dite un poco, monsù, anche per noi ci saranno li trentadue quattrini?
- La Guardia
- Avete congiurato contro il vostro re, scannato a tradimento qualche ministro, ovvero messo sottosopra in qualunque modo il vostro paese?
- Il Dottore
- Non signore, non ci abbiamo pensato.
- Pulcinella
Diciamola come sta: il re di Napoli è un giovinotto che scherza volentieri, e perchè ultimamente certi ragazzi di Palermo volevano spassarsi un poco con la rivoluzione, il re si è trastullato a farne fucilare una quindicina. Noi siamo persone assennato e non ci convengono certe burle.
- La Guardia
- Dunque siete poltroni, e li trentadue quattrini non sono per voi.
- Il Dottore
- Come faremo a vivere?
- Pulcinella
- Chi penserà a farci le spese?
- La Guardia
- Faticate e guadagnatevi il pane.
- Pulcinella
- Un Pulcinella sovrano avrà da fare il facchino per campare?
- Il Dottore
- Un Dottore che fugge dal potere assoluto dovrà morire di fame nella terra della libertà?
- Pulcinella
- Quando era così potevamo restare a Napoli.
- La Guardia
- Andate, state, tornate, non ce ne importa un fico, La Francia protegge i birbanti, e non sa cosa farsi dei poltroni. Addio, balordi.
- Pulcinella
- Signor Dottore!
- Il Dottore
- Pulcinella!
- Pulcinella
- Io rimango di stucco.
- Il Dottore
- Mi cascano gli occhiali dal naso.
- Pulcinella
- Il principio non è troppo allegro.
- Il Dottore
- Facciamoci coraggio e andiamo avanti. Li trentadue quattrini sono perduti, ma alla fine la Francia non aveva obbligazione di darceli. Nel paese della libertà troveremo maggiori vantaggi.
- Pulcinella
- Ebbene; vediamo dove va a finire la costipazione.