Di una strada ferrata da Lucca a Reggio di Modena/CONCLUSIONE
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CONCLUSIONE.
Signori, io vi ho dunque rimesso un Progetto eseguibile. Li studj di definitivo dettaglio potranno renderlo molto migliore, dovendo adesso considerarsi come il primo getto, o il primo sbozzo di una statua colossale, bisognosa quindi degli ultimi tocchi, dell’ultima mano; ma in mancanza di meglio, su questo, tale qual’è, potrete sempre contare. Non mi è sfuggita la naturalezza maggiore che l’andamento della Linea propostavi acquisterebbe conducendola dal Fosso del Soraggio nell’Ozzola, per distenderla poi sulla destra di Secchia; ma un ragionevol timore di un Sotterraneo troppo esteso nell’Appennino interposto fra’ due primi nominati torrenti, e la cattiva esposizione che avrebbe la Linea istessa lungo il terzo, mi ha rimosso dallo studio di quella direzione. Tuttavia, quando venisse accettato in massima il nostro Progetto, prima di occuparsene ulteriormente, proporrei un qualche studio di scandaglio per quello dell’Ozzola, non fosse altro che per esser più certi di avere scelto il migliore, e sotto tutti i rapporti, siccome per ora tranquillamente ritengo.
Alle felici condizioni topografiche pertanto della nostra Linea, anco per ciò che alla bontà e generale stabilità dei terreni si riferisce, tien dietro un altro prezioso zioso elemento, e al pari de’ più importanti considerabile, vuo’ dire la Popolazione beneficata. Questa tra la vallata del Serchio e la montagna e la pianura reggiana in quanto dentro limiti convenienti ci appartengono, ascende ad oltre trecento-mila individui molto industriosi per indole, nè meno bisognosi del portentoso mezzo locomotore per l’attuale loro situazione.
Or date meco, di grazia, una rapida occhiata all’insieme dell’Opera nostra. Essa in buone condizioni sotto l’aspetto tecnico: essa eseguibile con un dispendio, che a molti parrà scarso eccessivamente: essa animatrice d’imponente popolazione: essa costituita in terreni di particolare ricchezza mineralogica, e massimamente abbondevole di Ligniti — Nel primo Rapporto vi sottoposi l’analisi di quella delle vicinanze di Barga, in questo voglio riferirvi il saggio della Lignite di Garfagnana, e segnatamente di quella, che sul principio vi ho indicata sul fiume di Castiglione: e poiché il caso presente è molto delicato e interessante, stimo opportuno di trascrivere fedelmente il biglietto che l’esimio Chimico analizzatore si è compiaciuto inviarmi a discarico dell’affidatagli commissione in proposito, premettendo che i pezzi, sui quali ha Egli operato, sono stati presi da me alla bocca della miniera, senza notevole studio di procurarmi i migliori.
- «Amico Carissimo
«Parti 100 di questa Lignite seccata a + 80.°R. mi hanno fornito:
«Carbonico | 55,839 |
«Idrogeno | 4,764 |
«Ossigeno | 25,923 |
«Ceneri | 13,474 |
100,000 |
«Questa Lignite sottoposta alla distillazione, spande odore piuttosto nauseante, non s’impasta, nè si ammollisce e lascia circa il 40 per 100 di carbone; il quale esposto a conveniente temperatura in contatto dell’aria, brucia molto facilmente. Il Gas che si ottiene, quantunque non in gran quantità, dà una bella luce.
«La dose delle ceneri (che è piuttosto abbondante) è forse dovuta in parte a quelle materie terrose di cui è compenetrata, per essere stata presa questa Lignite alla superficie del terreno. Dimodoché concluderei da tutto questo, che la Lignite da te rimessami possa esser vantaggiosa in moltissimi usi, qualora si possa estrarre con facilità, e vi sia un comodo accesso per il trasporto. Tanto più che noi sappiamo, che Ligniti, a parer mio, molto inferiori a questa in esame, vengono impiegate in Austria ed in altri paesi per moltissime applicazioni industriali.
«Conservami la tua cara amicizia e credimi
Il tuo affezionatissimo Amico Emilio Bechi |
Non dubito quindi asserire, o Signori, che tra le Vie ferrate in progetto per attraversar l’Appennino, le quali possano aspirare al merito di esser promotrici di grandi particolari ed universali interessi, quella che da Voi si propone è certamente fra le prime, e che perciò essa è ben meritevole dell’attenzione, della simpatia, e della fiducia dei Popoli beneficati, dei Capitalisti e dei Governi che interessati ne vengono.
Nell’augurarvi frattanto che questo mio voto, meglio che semplice asserzione, sortisca l’esito il più felice in ordine all’impresa medesima; non debbo nascondervi, che se nella ristrettezza dei mezzi, nelle note angustie di tempo, nella inclemenza della stagione, ho potuto condurre a termine un lavoro di gran mole, e di non piccola responsabilità; si dee per me all’aiuto generoso ed efficace di molti cortesi ed amici, fra i quali (per non tesserne qui un troppo lungo catalogo) mi permetto nominare l’egregio Cavaliere Maggior Domenico Turri di Castelnuovo di Garfagnana, ed il meritissimo Dottor Antonio Bianchi Ingegner distrettuale a Castelnuovo ne’ Monti. —
Voglia il Cielo dare effetto al modesto Disegno, che ho l’onore di rimettervi! Sarebbe questa l’unica sufficiente e gradita ricompensa a questi e a tutti gli altri benevoli!
- Firenze 7 Marzo 1852.
Illustrissimo Sig. Marchese |
G. Antonelli D. S. P.