Di penne di paone e d'altre assai
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Questo testo fa parte della raccolta XXV. Anonimi
III
Contro ser Bonagiunta Orbicciani da Lucca, a cui s’adatta l’apologo
della cornacchia vestita delle penne del pavone.
Di penne di paone e d’altre assai
vistita, la corniglia a corte andao,
ma giá non lasciava per ciò lo crai,
4e a riguardo sempre cornigliao.
Gli ausgelli, che ia sguardár, molto spiai
de le lor penne, ch’essa li furao;
lo furto le ritorna schern’e guai,
8ché ciascun di sua penna la spogliao.
Per te lo dico, novo canzonèro,
che ti vesti le penne del Notaro,
11e vai furando lo detto stranèro.
Si com’gli ausgei la corniglia spogliáro,
spoglieriati per falso menzonèro,
14se fosse vivo, Iacopo notaro.