Dev'orno a la fortuna con coragio
Questo testo è completo, ma ancora da rileggere. |
a cura di Guido Zaccagnini, Amos Parducci
XIII secolo
Questo testo fa parte della raccolta Rimatori siculo-toscani del Dugento
II
L’uomo deve resistere fortemente ai colpi di fortuna.
Dev’omo a la fortuna con coragio
istar piú forte quando incontra gli ène,
e quanto piú gli cresce e fa damagio,
alora piú conforta la sua ispene.
E questo agio veduto per usagio:
che ’l bene e ’l male l’uno e l’altro avene;
per me lo dico, che provato l’agio:
chiunqua sé sconforta, no fa bene.
Ben ce dovemo de lo mal dolire,
tempo aspetare e prendere conforto,
sí che lo male no tanto rincresca.
Eo, disiando, pensaimi morire:
ventura m’ha condutto a sí bon porto,
che tute le mie pene in gioi’ rifresca.