Delle Antiche carceri di Firenze denominate delle Stinche/Sonetto
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SONETTO
Qui dove il vincitor rinchiuse il vinto,
Qui dove il debitor scontò la sorte,
Qui dove il reo catene ebbe e la morte,
O stava forse l’innocente avvinto;
Qui, degli antichi fati il duolo estinto,
Al sollazzo, al piacer s’apron le porte,
E l’ore, eterne un dì, fannosi corte,
E gaudio e riso in fronte ha ognun dipinto.
Ama fortuna di mutar sua faccia,
E pianto e riso avvicendare: incerto
È il suo durar, se mai lieta s’affaccia.
Non ti fidar di lei; doman ripianta
Triboli e spine ov’or ti mostra aperto
Cammin fiorito, che seduce e incanta.
DI SEBASTIANO CIAMPI.