Della imitazione di Cristo (Cesari)/Libro III/CAPO XXIII
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Traduzione dal latino di Antonio Cesari (1815)
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CAPO XXIII.
Di quattro cose, che apportano somma pace.
1. Figliuolo, io ti mostrerò adesso la via della pace, e della vera libertà.
2. Fa, o Signore, come tu dici, che ciò m’è caro ad udire.
3. Studiati, o Figliuolo, di fare anzi l’altrui volere, che il tuo. Scegli sempre d’aver il meno, che il più. Procurati sempre il luogo più basso, e di star sotto a tutti. Desidera, e prega mai senpre, che in te compiutamente s’adempia la volontà di Dio. Ed ecco che tale uomo entrerà al possesso della tranquillità e della pace.
4. Signore, queste tue brevi parole molto in sè comprendono di perfezione. Elle a dire son poche, ma piene di sentimento, e feconde di frutto. imperciocchè s’io le sapessi osservar fedelmente, non dovrebbe sì di leggieri in me nascere turbamento. Ed è pur vero, che quante volte io mi sento irrequieto e gravato, tante io trovo essermi dipartito da questa dottrina. Ma tu che puoi il tutto, ed ami sempre il meglio dell’anima mia, crescimi grazia maggiore, sicchè io possa fornire quel che m’hai detto, ed efficacemente operare la mia salute.
ORAZIONE
Contro i cattivi pensieri.
5. Signore Iddio mio, non ti dilungare da me: Dio mio, ti volgi al mio ajuto; poichè mi si sono levate contro varie immaginazioni, e grandi paure, le quali affannano l’anima mia. Or come ne uscirò io salvo? come saprò dissiparle?
6. Io, dic’egli, andrò avanti da te, e abbasserò i superbi del mondo. Io t’aprirò le porte della prigione, e ti scoprirò gli arcani de’ miei secreti.
7. Fa, o Signore, come tu dici: e fuggano dal tuo cospetto tutti i mali pensieri. Quest’è la sola speranza, e consolazion mia; rifuggire a te in ogni tribolazione, fidarmi in te, affettuosamente invocarti, ed aspettare in pazienza la tua consolazione.
PREGIHIERA
Per la illuminazion della mente.
8. M’illumina, o buon Gesù, con chiarezza d’interna luce; e caccia via ogni caligine dalla abitazion del mio cuore. Raffrena i troppi divagamenti, e fiacca le tentazioni, che mi fan forza. Combatti per me da forte, e uccidi le male bestie, io voglio dire le lusinghevoli concupiscenze; acciocchè per la tua virtù torni la pace; e la santa regia, cioè la pura coscienza risuoni tutta delle tue laudi. Comanda a’ venti, ed alle tempeste: dì al mare, Abbonácciati: ed allo Aquilone, Non trarre; ed ecco grande tranquillità.
9. Diffondi la luce e la verità tua, acciocchè dieno lume sopra la terra: perciocchè io son terra disutile e vuota, finattantochè tu non m’allumini. Spandi la tua grazia dall’alto: innaffia di celeste rugiada il mio cuore: sgorga l’acque della divozione ad irrigarne tutta la terra, acciocchè ella produca frutta buone e perfette: alza la mente mia oppressa dal peso de’ suoi peccati, ed ogni mio desiderio leva su alle cose del cielo; sicchè gustato il dolce della superna beatitudine, mi venga a noja il pensare delle terrene.
10. Tu mi svelli e mi strappa da tutte le manchevoli consolazioni del mondo: poichè nessuna cosa creata può far lieto e quietare compiutamente il mio desiderio. Stringimi a te col nodo indissolubile dell’amore: poichè tu solo se’ bastante a chi t’ama, e senza te sono niente tutte le cose.