Della congiura di Catilina/XXXII
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Gaio Sallustio Crispo - Della congiura di Catilina (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Vittorio Alfieri (1798)
Traduzione dal latino di Vittorio Alfieri (1798)
XXXII
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Quindi fuor del Senato slanciatosi in casa, iva tra se rivolgendo che nè le insidie tese al Console riuscivano, nè l’incendio alla città minacciato, stante le moltiplicate guardie. Credendo perciò doversi il suo esercito accrescere, ed antivenire le non ancora arruolate legioni, in piena notte con poco seguito trafugossi nel campo di Manlio: ma prima fece sollecitare Cetego e Lentulo e quanti altri conosceva pronti ed audaci, ad afforzare come il potrebbero meglio la parte; ad affrettare la morte del Console; a preparare le stragi, l’incendio ed ogni altra ostilità: assicurandoli, che egli fra breve con poderoso esercito accosterebbesi a Roma.