Della congiura di Catilina/XXV
Questo testo è stato riletto e controllato. |
Traduzione dal latino di Vittorio Alfieri (1798)
◄ | XXIV | XXVI | ► |
Era fra queste, Sempronia, donna di virile ardimento più volte mostratasi. Nobile costei e avvenente; di marito avventurata e di figli; nelle greche e latine lettere erudita; cantare e danzare, meglio che ad onesta spettasse, ed ogni altra libidinosa arte possedeva. Alla pudicizia e all’onore anteponeva ogni cosa; se del danaro più prodiga o della fama foss’ella, difficile a dirsi: lasciva così da richiedere più spesso ch’esser richiesta. Tradita da lei già spesse volte la fede; negato con ispergiuri il deposito; negli assassinj frammistasi; dall’indigenza e dal lusso agli estremi ridotta. Ma di non mediocre ingegno dotata, e motteggiare e verseggiare sapea, e il sermone, or modesto or provocante ed or tenero, con piacevolezza e garbo sommo condire.