Della compilazione d'un codice/Introduzione

Introduzione

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Sezione I

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INTRODUZIONE




Desiderio di tutti i popoli fu in ogni epoca il miglioramento delle leggi, niun dubitando che la prosperità del corpo sociale non dipendesse dalla lor perfezione. Ma poichè tutte le leggi sono state costituite col fine di procurare al popolo la maggior felicità, e poche hanno corrisposto allo scopo; convien dire che i principj onde giungervi non siano stati mai conosciuti, e che le buone leggi sien sorte come per caso. Ecco la causa dei più gravi e della maggior parte dei mali che opprimono la società.

In veruna branca dell’umano sapere l’errore è tanto pernicioso al genere umano quanto in legislazione; poichè ogn’individuo costituito in politica società essendo continuamente esposto all’azione diretta o indiretta delle leggi, il suo stato è strettamente connesso con la natura di esse, anzi essenzialmente ne dipende. [p. 4 modifica]

Esaminando le opere di coloro che gli han qui mosso guerra, vediamo che niuno con la verità dei principj, con la perfezione del sistema, nè col libero ardimento di Bentham ha combattuto questo terribil nemico dell’umana felicità. È desso, che ha stabilito il principio che deve esser guida alla retta compilazione delle leggi, le condizioni da adempiersi per la confezione d’un codice perfetto.

Non mi trattenrò a dimostrare quanto il sommo giureconsulto siasi avanzato nel perfezionamento della scienza della legislazione ponendo nel principio dell’utilità generale il principio del ragionamento, insegnando l’arte di servirsene, presentando nuovi instrumenti d’analisi morale, e riducendo la scienza ad una operazione d’osservazione e di calcolo. Il celebre Dumont ha maestrevolmente insegnato ciò che Bentham abbia meritato in questa intrapresa. Io dirò, che leggendo quest’opera si accorgeranno essersi sommamente ingannati coloro che pensassero, potersi conseguire il fine a cui ogni umana società costituendosi s’è proposta di giungere, la massima felicità del massimo numero, seguendo nella compilazione delle leggi il principio dell’utilità solo senza riguardo ad altre regole. Fa d’uopo adempiere molte condizioni per costituire una perfetta legislazione. [p. 5 modifica]

L’autore nella prima delle sue lettere al conte di Toreno intorno al codice penale nel 1821. proposto alla Spagna, e sottoposto quindi alla sua critica, ha enumerato tali condizioni ponendo tanti aforismi, le cui espressioni ne contengono le prove intrinseche e ne presentan quasi le dimostrazioni matematiche.

In ogni stato politico il massimo bene essere del massimo numero esige, che vi sia provvisto con un codice che comprenda l’intiero sistema delle leggi.

Il massimo bene essere del massimo numero vuole che a questo codice si unisca un regolatore, un criterion; cioè un’indicazione esatta dei motivi, base degli articoli che hanno forza di legge, un’indicazione esatta di quelli che li spiegano o li giustificano.

Il massimo bene essere del massimo numero vuole che queste ragioni mostrino chiaramente ed evidentemente, che ogni legge ha per unico scopo quest’universale ed imprescrittibil principio, il bene essere del massimo numero.

Il massimo bene essere del massimo numero vuole, che in questo criterion ogni ragione sia [p. 6 modifica]immediatamente unita alla disposizione od alle disposizioni che essa giustifica.

Il massimo bene essere del massimo numero vuole che si estenda quanto più si possa il numero dei concorrenti sì per formare il progetto del codice, come per proporne le correzioni, ove questo codice sia stato adottato.

Il massimo bene essere del massimo numero vuole, che il pubblico non accordi alcuna retribuzione a colui che comporrà il codice in questione.

Il massimo bene essere del massimo numero richiede che un solo componga intieramente, se è possibile, ciascuno di questi progetti.

Il massimo bene essere del massimo numero vuole, che ogni progetto essendo scritto da un solo, tutti sappiano che è d’un solo.

Il massimo bene essere del massimo numero vuole, che ogni progetto originale essendo d’un solo, tutti sappiano chi lo ha scritto.

Il massimo bene essere del massimo numero vuole, che fra coloro i quali potran concorrere [p. 7 modifica]al progetto del codice, sieno ammessi pur gli stranieri; e che eccetto un’inferiorità manifesta, il progetto d’uno straniero debba esser preferito per la sua presunta imparzialità.

Dal lato di colui che presenta il progetto del codice, la maggiore o minore proclività a spiegare i motivi dei provvedimenti proposti, ed a stabilire il criterion in questione, è la prova preliminare e la più indispensabile della sua attitudine legislativa.

Dal lato del Sovrano, il grado di proclività che mostra a constituire un codice universale e che abbia per scopo il bene essere del massimo numero, è la vera prova della sua attitudine legislativa.




Ecco una chiara veduta del disegno dell’opera, a cui nulla aggiungerò per non offuscarla con inopportune parole.

Fra tutti gli scrittori, convien ripeterlo, che in legislazione han mosso guerra all’errore, niuno con la verità dei principj, con la perfezione del sistema, nè col libero ardimento di Bentham ha combattuto questo terribil nemico dell’umana felicità. [p. 8 modifica]

Persuaso che tali dottrine sole possan condurre allo scopo che il legislatore deve proporsi, e mosso da un unico principio, cioè che sia doveroso propalar gli utili insegnamenti, incominciando dalla compilazione d’un codice imprendo a pubblicare in italiano alcune opere dell’illustre giureconsulto inglese.


A. Giulioni