Della architettura della pittura e della statua/Dedica
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Leon Battista Alberti - Della architettura della pittura e della statua (1782)
Traduzione dal latino di Cosimo Bartoli (1550)
Traduzione dal latino di Cosimo Bartoli (1550)
Alli studiosi delle tre arti
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ALLI STUDIOSI DELLE TRE ARTI
PITTURA SCOLTURA
E
ARCHITETTURA.
L’EDITORE.
F
Ra gli Studj più coltivati nel nostro secolo, uno de’ primi si è quello delle belle Arti Pittura, Scoltura, e Architettura, e non vi ha Studio, che più di questo manchi de’ Libri degli Antichi Maestri, essendo divenuti rarissimi, talmente che, non se ne trovano che rare volte, ed a caro prezzo. Considerando a questo venni alcuni anni sono in pensiero di ristampare li più insigni, e rari, e scielsi per primo le Opere dell’Insigne Maestro Leonbatista Alberti Fiorentino, quale ha trattato di tutte e tre l’Arti suddette, e particolarmente a lungo dell’Architettura. A tal effetto abbisognando di un’intelligente di tal Arte per disegnare, ed incidere le Tavole, scielsi il diligente Signor Pio Panfilj Pittore Fermano, ed alla nostra Accademia Clementina nell’Instituto delle Scienze aggregato, e siccome non era questi perito in allora nell’Arte dello Intaglio, gli commisi (acciò ne facesse la pratica) di nuovamente disegnare, ed intagliare in forma comoda, cioè in ottavo, il Libro delli cinque ordini dell’Architettura di Giacomo Barroccio da Vignola, tanto importante alla Gioventù studiosa, non andando per le mani di essi in tal forma che edizioni scorrettissime, e malamente incise. Nella prefazione a questo Libretto indicai l’idea mia suddetta accennando che l’averei mandata ad effetto, aggradito che questo fosse: l’esito felice di esso mi ha fatto conoscere esserlo stato, poichè mi convenne in poco tempo di più volte ristamparlo. Da ciò adunque incoraggito feci dar mano all’ideato lavoro, e poichè l’Alberti scrisse le sue Opere in lingua Latina, poco intesa dalla maggior parte de’ Professori di tali Arti, mi sono servito per questa edizione delle traduzioni di Cosimo Bartoli stampate in Venezia del 1565. e 1568., essendo le più stimate, sì per lo scrivere, che per l’uniformità agli originali dell’Autore. Di queste si servì ancora Giacomo Leoni Architetto Veneziano per fare la sua bellissima edizione in Londra del 1726., quale ci ha servito anch’essa di esemplare per l’Intaglio delle Tavole, essendo l’originale Latino dell’Alberti affatto di queste privo, e quelle delle edizioni suddette intagliate in legno, e poco esatte, e pregevoli. Gradite quest’Opera che prima vi presento, e nuovamente incoraggitemi, per il seguito, promettendovi tutta la possibile diligenza acciò riescano esatte, e degne del vostro aggradimento.