Del veltro allegorico di Dante/VIII.
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VIII. Ognidí accresceva l’amicizia di Martino IV e del re di Napoli: pur sopravvenne il vespro siciliano a confonder costui (1282). Pier di Aragona fu gridato re dalla volente Sicilia: egli ed il suo primogenito Alfonso seppero con la spada difendere i pubblici voti e le ragioni dotali della bella Costanza.
Ed avendo Martino IV inviato in Romagna esercito di francesi per sostenere la donazione di Rodolfo d’Austria ed aiutare Malatesta, Guido di Monte Feltro, a Forlì, fe’ dei nemici la memorabile strage cantata dall’Alighieri (Inf. XXVII, 43 e 44). Ma nuovo e piú grosso stuolo di francesi traboccò in Romagna: non pari di forze serbossi Guido ad altra ventura e andonne in Asti a confino (1283). Moroello Malaspina, respinto dai guelfi di Genova, fu obbligato anch’egli a comprare la pace dai genovesi che, avutolo al loro stipendio, l’inviarono tosto in Sardegna (12S4). E bene opportunamente per lui si placarono essi, ai quali aggiunse forza ed ardire la piú insigne vittoria che nei secoli di mezzo avessero sul mare ottenuta (aprile 6). I pisani furono sconfitti alla Meloria presso Livorno: undicimila prigionieri ornarono il trionfo del vincitore, fra i quali Lotto della Gherardesca figlio del conte Ugolino. Lucca e Firenze unitesi ai genovesi decretarono di spegnere Pisa, rivale abborrita: ma il conte Ugolino s’insignorí della sua patria e mercò dai fiorentini e dai lucchesi pace ingloriosa; ceduti loro i piú ragguardevoli castelli dello stato pisano. E la guerra piú atroce riarse coi genovesi (1285).
Morirono in quell’anno Carlo di Napoli, che lasciò a suo figlio Cario II il solo regno di Puglia; e Martino IV pontefice, invece del quale Onorio IV fu posto. In Sardegna mancò del pari Moroello Malaspina (aprile) cui la gentile Alagia dei Fieschi (nipote di Adriano V) avea dato Francescano, che indi fu l’amico dell’Alighieri. E finalmente finì di vivere Pietro re di Aragona, il reame del quale toccò ad Alfonso; nell’atto che Giacomo suo minore fratello ebbe la Sicilia, per volere dei siciliani e di Alfonso istesso.