Del concetto morale e civile di Alessandro Manzoni/Avvertenza/I

Avvertenza - I

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Avvertenza Avvertenza - II
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I.


Nel dar fuori, secondo il consiglio di quei benevoli che ascoltarono e del loro suffragio onorarono, il presente discorso, stimo premettere alcune osservazioni, che ragionevolmente non avrebbero potuto trovare il loro luogo in una orazione da leggere, e che nondimeno sono indispensabili non solo per chiarire il concetto che ebbi in animo di porre in rilievo, ma ancora per rispondere agli altri che stimano caldeggiar quel concetto e promuoverlo [p. 4 modifica]non esser di vantaggio ai tempi, ne conferire alle sorti avvenire della patria.

La storia informa che l'umana specie muove al conquisto dei beni che costituiscono la civiltà, non certo per un sentiero agevole; una lotta lunga ed ostinata contro gli elementi sofistici che ne attraversano il camino è condizione essenziale del suo progredire; ogni mutar di passi segna una vittoria ottenuta al prezzo di straordinario lavoro; però, mai come nell'epoca in cui viviamo, questa lotta è stata più intensa, più accanita e di così vaste proporzioni, indizio forse probabile che si è alla vigilia di un radicale rinnovarsi degli ordini della civiltà. Innanzi ad un osservatore volgare, questa discordia di pareri di sentenze, di opinioni, queste aspirazioni contrarie, queste dottrine opposte, alcune delle quali dal sommo, altre provengono dai bassi strati della umana convivenza, ponno dar sembianza di un disordine e di una confusione caotica, simile al concetto che certi filosofi naturalisti si fecero e si fanno della origine delle cose, riponendola [p. 5 modifica]nel fortuito incontro degli atomi primitivi. A considerar per altro bene addentro il negozio, la molteplicità verrà a mano a mano classificandosi in tal modo da poter designare due vasti campi contrarii e due principii opposti che oggi si contendono la palma, i quali dalla sfera delle idee scendendo in quelle più complesse del dritto, della economia, della religione, dello Stato, spiegano l'attuale conflitto, e dànno, sino ad un certo segno, argomento a decidere da qual parte si dichiarerà la vittoria.

Questi principii, o sistemi poi sono i seguenti; lo spiritualismo dall'una parte, il materialismo dell’altra: il primo che, al di sopra della natura, riconosce il mondo degli spiriti, ed a capo Dio, e che fonda l'ordine morale sull'assoluto concetto del bene; il secondo che tutto spiega, o cerca spiegare, con la materia e col movimento, anche il pensiero, anche le infinite aspirazioni dell'animo, anche la essenza eterna del giusto e del vero. A dare apparenza d'induzione rigorosa ad un tale sofisma soccorrono i metodi sperimentali, il [p. 6 modifica]ingresso delle scienze fisiche, mentre l'abuso che si è fatto nel medio evo e nei tempi presenti, massime nella Germania, dello idealismo, ed il propugnarlo che fanno, a parole, la setta clericale nemica d'ogni progresso, rende a parecchi retti, ma leggieri animi, esoso l’altro sistema. Or, noi abbiamo convinzione profonda venutaci da studii non brevi, che il destino dell'Italia, la prosperità delle sue sorti avvenire, in generale le sorti stesse del progresso e della civiltà siano raccomandate al trionfo dello spiritualismo, e che una rediviva barbarie, più esiziale della prima, sarà il retaggio dei nostri nepoti, ove le dottrine materialistiche siano le credenze della maggioranza. È facile d'altra parte il persuadersi che, secondo l'uno o l'altro degli allegati principii avrà valore, lo Stato, la religione, la morale, l’arte, il dritto, la libertà, la personalità umana, avranno un contenuto diverso, quantunque, poniamo, le parole siano le medesime.