Degli edifizii/Libro terzo/Capo IV

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CAPO IV.

Sono corroborate le mura di Satala; ed è riparata Colonia. Nuova edificazione, o restaurazione di castelli. Erezione di monasterj e di chiese. Compimento delle mura di Melitene.


Le accennate cose Giustiniano Augusto fece nei luoghi indicati: ora vengo agli altri suoi edifizii nel rimanente paese di Armenia. Anticamente la città di Satala era obbligata a vivere in continuo sospetto, sì per la vicinanza del suolo nemico, sì perchè collocata in pianura, sottostà a molte colline che vi sono d’intorno. Perciò essa avea bisogno di mura, che rendessero vana ogni forza nemica. Essendo poi tale la natura del luogo, la fabbrica delle mura riusciva molto più debole, atteso che costrutte leggermente e fatte vecchie, da tutte parti si vedevano sdruscite. Giustiniano imperadore demolì tutto, e nuove mura inalzò tanto alte da superare le circostanti colline, e sì grosse da sopportarne sicuramente la grande altezza: vi aggiunse poi un muro esteriore, che fu di meraviglia a’ nemici. Un castello fortissimo non lungi da Satala eresse nella Osroene.

Nella medesima provincia un vecchio castello si alzava sulla vetta di un colle tagliato a picco. Pompeo, comandante generale dell’esercito de’ Romani, avendolo anticamente preso, l’avea con grande cura fortificato ed intitolato Colonia; ed anche questo per tanto tempo cadente in rovina, Giustiniano Augusto ampiamente ristaurò; e medesimamente grosse somme di denaro diede a’ [p. 399 modifica]provinciali perchè nelle loro campagne o alzassero nuovi luoghi forti, o ne risarcissero quelli, che fossero rovinati: così che quanto in quelle parti v’ha di tal genere di edifizii, quasi tutto può dirsi opera di lui. Ivi pure inalzò i castelli Beberdone ed Areone; e ristaurò quello di Lisiormo e di Litararizzo. Così nel luogo chiamato la Fossa di Germano fondò un castello nuovo. Indi ristaurò le mura di Sebastia e di Nicopoli, città entrambe dell’Armenia, dal tempo mal conce tanto, che minacciavano rovina. In oltre nella stessa provincia edificò chiese e monasterii. Infatti in Teodosiopoli fece fare un tempio dedicato alla Madre di Dio; e rinnovare i monasterii di Petrio e di Cucarico, e fabbricarne di pianta in Nicopoli quello de’ SS. Quarantacinque, e un tempio in Bizane a S. Giorgio martire; e ristaurare presso Teodosiopoli il monastero de’ Quaranta martiri.

Nell’Armenia detta in addietro la minore, non lungi dall’Eufrate, erano stati messi in istazione soldati romani; e il luogo dicevasi Melitene, e legione il numero de’ soldati. Ivi i Romani avevano anticamente eretto un forte quadrato posto in aperta pianura; e fattone quartiere comodissimo ai soldati e alle insegne militari. Poscia, così stabilendo Traiano Augusto, quel luogo fu inalzato all’onor di città, e diventò la metropoli della nazione: perciocchè, coll’andare del tempo, cresciuta Militene in ampiezza e in popolo, nè potendo questo contenersi entro le antiche fortificazioni, divenute in proporzione troppo anguste, si erano costrutte case, come accennai, nella pianura adiacente, ove si aggiunsero e templi, e palazzi pei magistrati, e foro, e mercati [p. 400 modifica]per la vendita delle cose occorrenti, e quartieri distinti, e portici, e bagni, e teatri, e quanto può dare splendore ad una grande città: sicchè la parte massima di Melitene consisteva ne’ subborghi. Anastasio imperadore avea preso a cingerla di mura; ma egli morì prima di dar fine all’opera. Giustiniano la compì, e con ciò diede sicurezza agli Armeni e decoro a Militene.