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vinciali perchè nelle loro campagne o alzassero nuovi luoghi forti, o ne risarcissero quelli, che fossero rovinati: così che quanto in quelle parti v’ha di tal genere di edifizii, quasi tutto può dirsi opera di lui. Ivi pure inalzò i castelli Beberdone ed Areone; e ristaurò quello di Lisiormo e di Litararizzo. Così nel luogo chiamato la Fossa di Germano fondò un castello nuovo. Indi ristaurò le mura di Sebastia e di Nicopoli, città entrambe dell’Armenia, dal tempo mal conce tanto, che minacciavano rovina. In oltre nella stessa provincia edificò chiese e monasterii. Infatti in Teodosiopoli fece fare un tempio dedicato alla Madre di Dio; e rinnovare i monasterii di Petrio e di Cucarico, e fabbricarne di pianta in Nicopoli quello de’ SS. Quarantacinque, e un tempio in Bizane a S. Giorgio martire; e ristaurare presso Teodosiopoli il monastero de’ Quaranta martiri.

Nell’Armenia detta in addietro la minore, non lungi dall’Eufrate, erano stati messi in istazione soldati romani; e il luogo dicevasi Melitene, e legione il numero de’ soldati. Ivi i Romani avevano anticamente eretto un forte quadrato posto in aperta pianura; e fattone quartiere comodissimo ai soldati e alle insegne militari. Poscia, così stabilendo Traiano Augusto, quel luogo fu inalzato all’onor di città, e diventò la metropoli della nazione: perciocchè, coll’andare del tempo, cresciuta Militene in ampiezza e in popolo, nè potendo questo contenersi entro le antiche fortificazioni, divenute in proporzione troppo anguste, si erano costrutte case, come accennai, nella pianura adiacente, ove si aggiunsero e templi, e palazzi pei magistrati, e foro, e mercati