Dea
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Questo testo fa parte della raccolta XIII. Da 'Psiche'
LI
DEA
La Speranza è materna, anco a chi scende
l’arco degli anni; e facile trastulla,
coi dolci spettri dell’etá fanciulla,
l’ospite lasso che i congedi attende.
La Speranza è materna, e su lui pende,
l’inno cantando della rosea culla;
e, se il premon le fredde ombre del nulla,
sacri fochi odorosi intorno accende.
Vengon gli amici dai canuti crini;
ferve la mensa; e balzano piú puri
Fiacco e Petronio dagli nmbrosii vini.
L’ore van lievi; e la Speranza intanto,
fra questa compagnia di morituri,
ilare intuona della vita il canto.