Dalle novelle di Canterbury/Il cantare di ser Thopas/Prologo
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Traduzione dall'inglese di Cino Chiarini (1897)
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IL CANTARE DI SER THOPAS
PROLOGO.
Vieni qua, allegro! Signori fate attenzione, e lasciategli un po’ di posto. Guardatelo: non faccio per vantarmi, ma ha una vitina proprio ben fatta come la mia. Con quel bel visetto chi sa quante donne lo prenderebbero volentieri in braccio come una bambola! A giudicarlo dal suo modo di fare par che sia un po’ scontrosetto: vedete, non scherza con nessuno?
Via raccontaci qualche cosa anche tu, come hanno fatto gli altri. Vogliamo subito una novella che ci metta di buon umore.„ “Mio caro oste, risposi, io non vi renderò certo pan per focaccia, poiché novelle non ne so, e non posso dirvi altro che un cantare, che ho imparato molti anni fa.„ “Benissimo, tu m’hai l’aria di volerci far sentire proprio qualche gran bella cosa.„
Note
- ↑ [p. 415 modifica]Il miracolo al quale qui si accenna è quello con cui finisce la novella raccontata precedentemente dalla madre superiora (cfr. Prologo gen., pag. 6).
- ↑ [p. 415 modifica]Il Chaucer immagina di aver preso parte anch’egli al pellegrinaggio a Canterbury, insieme con tutti gli altri personaggi da lui descritti nel prologo (cfr. Prologo, pag. 30), quindi, venuto il suo turno, fu pregato anche lui dall’oste di fare il suo racconto.