Dalle dita al calcolatore/Introduzione/1
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1. Il pensiero
È generalmente accettato che esista un rapporto tra il pensiero dell’uomo e le richieste della società in cui vive.
La nostra capacità di pensiero, come ogni altra capacità degli esseri viventi, è una risposta alla necessità di controllare l’ambiente in cui viviamo.
Il pensiero è una risposta che i sistemi complessi, come gli esseri umani ma anche gli animali superiori, danno alle variazioni dell’ambiente per cercare di “compensarle”, rendendone minimi gli effetti sugli equilibri interni del sistema stesso.
La capacità di pensiero cerca di ottenere questo obiettivo attraverso la costruzione di “modelli teorici” che in qualche modo “rappresentino” la realtà considerata, e diano uno strumento adatto a “capirla” e a formulare “previsioni” che permettano al sistema stesso di “prepararsi” in tempo alle variazioni che avverranno.
Per fare un esempio: la capacità di prevedere che si avrà fame, passato un certo numero di ore dall’ultimo pasto, è la ragione che spinge alcuni esseri viventi a darsi da fare per cercare cibo anche quando non hanno direttamente fame.
Quando questa capacità diventa particolarmente sviluppata, si arriva addirittura a realizzare attività apparentemente antitetiche al mangiare: quando un agricoltore semina il grano, butta via una parte di quello che dovrebbe essere il suo cibo, compiendo un’attività che non è spiegabile se non con la capacità di prevedere che, passati alcuni mesi, questo apparente buttare via gli permetterà di raccogliere una quantità di grano molto maggiore di quella buttata, e quindi di avere cibo per soddisfare i bisogni futuri.