Dagli occhi santi, ove onestate alloggia
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Antonio Sforza
II
Dagli occhi santi, ove onestate alloggia,
E maggior possa, e più bei raggi assume,
Posso imparar con quali salde piume
L’Alma si leva, e al Ciel sicura poggia:
5Che da quel primo dì, che tanta pioggia
Versaro in me di puro amico lume,
Scosso d’intorno suo freddo costume,
Non più lo spirto al reo desir si appoggia.
Ma non posso imparar lo stil, che serpe
10Per entro al’Alme, e con tal modo destro
Incanta, e lega, e il cuor dal seno sterpe:
Ch’ella non l’ebbe già per caldo d’estro,
Nè per Apollo, o per dono d’Euterpe,
Ma qualche Angelo in Ciel le fu maestro.