Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi/Libro terzo/22
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Relazioni in che trovavasi, a questo punto, il Comune di Firenze con la Chiesa; scomunica della città; elezione di nuovo vescovo, e maneggi de’ Neri per essa (... - estate del 1309).
La santa Chiesa di Roma, la quale è madre de’ cristiani quando i rei pastori non la fanno errare, divenuta in basseza per la reverenzia de’ fedeli minuita, richiese i Fiorentini, e fermò processo di scomunicazione, e sentenzia dié contro a loro; e scomunicò gli uficiali, e intradisse la terra, e tolse l’uficio santo a’ secolari. I Fiorentini mandoro ambasciadori al Papa. Morì il vescovo Lottieri dalla Tosa: chiamato ne fu per simonia uno altro, di vile nazione, animoso in parte guelfa, e nel vulgo del popolo, ma non di santa vita.
Molto ne fu biasimato il Papa, e a gran torto, perché i mali pastori son alcuna volta conceduti da Dio pe’ peccati del popolo, secondo il filosafo. Molto si procurò in Corte con promesse e con denari: altri ebbe le voci, e altri la moneta; ma lui ebbe il vescovado. Uno calonaco fu eletto vescovo da’ calonaci. Messer Rosso e gli altri Neri lo favoreggiavano, perché era di loro animo, pensando volgerlo a suo modo. Andò in Corte, e spese danari assai, e il vescovado non ebbe.