Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi/Libro secondo/28

Libro secondo - Capitolo 28

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Carlo di Valois parte di Firenze per la impresa di Sicilia. Persecuzione de’ Neri contro gli usciti Bianchi, i quali si rifugiano in Arezzo presso Uguccione della Faggiuola, in Forlì, in Siena. Loro disavventura al castello di Piantavigne (1302, aprile - giugno).

I Neri di Firenze, volendo più tosto la città guasta che perdere la signoria, partito messer Carlo di Valos che n’andò in Puglia per fare la guerra di Cicilia, si misono a distruggere i loro aversari in ogni modo.

I Bianchi n’andarono ad Arezo dove era podestà Uguccione dalla Faggiuola, antico ghibellino, rilevato di basso stato. Il quale, corrotto da vana speranza datali da papa Bonifazio, di fare uno suo figliuolo cardinale, a sua petizione fece loro tante ingiurie, convenne loro partirsi. E buona parte se ne andorono a Furlì, dove era vicario per la Chiesa Scarpetta degli Ordalaffi, gentile uomo di Furlì.

A parte bianca e ghibellina accorsono molte orribili disaventure. Egli aveano in Valdarno un castello in Pian di Sco, nel quale era Carlino de’ Pazi con LX cavalli e pedoni assai. I Neri di Firenze vi posono l’assedio. Dissesi che Carlino li tradì per denari ebbe; il perché i Neri vi misono le masnade loro, e presono gli uomini, e parte n’uccisono, e il resto feciono ricomperare: e fra gli altri, uno figliuolo di messer Donato di messer Alberto Ristori, chiamato Alberto, feciono ricomperare lire IIjm. E due degli Scolari, e due Bogolesi, e uno de’ Lanberti, e uno de’ Migliorelli, feciono impiccare, e alcuni altri.

I Ghibellini e Bianchi, che erano rifuggiti in Siena, non si fidavano starvi, per una profezia che dicea: "La lupa puttaneggia", ciò è Siena, che è posta per la lupa; la quale quando dava il passo, e quando il toglieva. E però diliberarono nonne starvi.