Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi/Libro primo/9
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I Fiorentini si dispongono a uscire per la via del Casentino, insieme coi collegati.
Sentitasi pe’ Fiorentini la loro diliberazione, i capitani e governatori della guerra tennono consiglio nella chiesa di San Giovanni, per qual via fusse il megliore andare, sì che fornire si potesse il campo di quel bisognasse. Alcuni lodavano l’andata per Valdarno, acciò che, andando per altra via, gli Aretini non cavalcassono quivi, e non ardessono i casamenti del contado; alcuni lodavano la via del Casentino, dicendo che quella era migliore via, assegnandone molte ragioni. Uno savio vecchio, chiamato Orlando da Chiusi, e Sasso da Murlo, gran castellani, temendo di loro deboli castella, dierono per consiglio si pigliasse quella via, dubitando che, se altra via si pigliasse, non fussono dagli Aretini disfatte, ché erano di loro contado; e messer Rinaldo de’ Bostoli, che era degli usciti d’Arezo, con loro s’accordò. Dicitori vi furono assai; le pallottole segrete si dierono: vinsesi d’andare per Casentino. Ma con tutto fusse più dubbiosa e pericolosa via, il meglio ne seguì.
Fatta tal diliberazione, i Fiorentini accolsono l’amistà; che furono: i Bolognesi con CC cavalli, Lucchesi con CC, Pistolesi con CC; de’ quali fu capitano messer Corso Donati cavaliere fiorentino: Mainardo da Susinana con XX cavalli e CCC fanti a pié, messer Malpiglio Ciccioni con XXV, e messer Barone Mangiadori da San Miniato, li Squarcialupi, i Colligiani, e altre castella di Valdelsa: sì che fu il numero, cavalli MCCC e assai pedoni.