Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi/Libro primo/8

Libro primo - Capitolo 8

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Trattato de’ Fiorentini col Vescovo di Arezzo; come impedito dagli Aretini (1289) .

Il Vescovo d’Arezo, come savio uomo considerando quel che advenire gli potea della guerra, cercava patteggiarsi co’ Fiorentini, e uscire con tutta la schiatta sua d’Arezo, e dar loro le sue castella del vescovado in pegno; e per le rendite e pe’ fedeli volea, l’anno, fiorini IIIm, i quali li promettesse messer Vieri de’ Cerchi ricchissimo cittadino. Ma i Signori che erano in quel tempo, erano in gran discordia: i quali furono messer Ruggieri da Cuona giudice, messer Iacopo da Certaldo giudice, Bernardo di messer Manfredi Adimari, Pagno Bordoni, Dino Compagni autore di questa Cronaca, e Dino di Giovanni, vocato Pecora, che furono da dì XV d’aprile a dì XV di giugno 1289. La cagione della discordia fu che alcuni di loro voleano le castella del Vescovo, e spezialmente Bibiena bello e forte, alcuni no; né non voleano la guerra, considerando il male che di quella segue: pur infine per tutti si consentì di pigliarle, ma non per disfarle. E d’accordo rimisono in Dino Compagni, perché era buono e savio uomo, ne facesse quanto li paresse: il quale mandò per messer Durazzo, nuovamente fatto da lui cavaliere, e in lui commise conchiudesse il trattato col Vescovo il meglio potesse.

Il Vescovo d’Arezo in questo mezo pensò, che se consentisse al trattato, sarebbe traditore; e però raunò i principali di sua parte, e quelli confortò prendessono accordo co’ Fiorentini: e che egli non volea perdere Bibbiena, e che la fusse afforzata e difesa; altrimenti prenderebbe accordo egli. Gli Aretini, sdegnati per le parole sue, perché ogni loro disegno si rompeva, ordinavano di farlo uccidere: se non che messer Guglielmo de’ Pazi, suo consorto, che era nel consiglio, disse che sarebbe stato molto contento l’avessono fatto, non l’avendo saputo; ma essendo richiesto, non lo consentirebbe, ché non volea esser micidiale del sangue suo. Allora deliberarono di pigliarla eglino; e come disperati, sanza altro consiglio si misono in punto.