Cosa può dire oggi la fotografia?/Annalisa Sonzogni
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Annalisa Sonzogni
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Piuttosto che di rapporto privilegiato parlerei di caratteristica unica.
La fotografia non può essere fatta a prescindere dalla realtà e dai suoi aspetti.
La luce è un elemento della realtà.
Nella mia pratica artistica, la fotografia è uno strumento che amo e che mi aiuta a
tradurre un’idea e un punto di vista in un’immagine, partendo da qualcosa
di contingente, può essere un luogo, un edificio o una città.
Credo che ogni mezzo di espressione sia in grado di esprimere il contemporaneo.
Nella mia esperienza però non sempre la fotografia è riuscita a far fronte all’idea di un progetto.
Per esempio il progetto a cui sto lavorando tutt’ora è sulla ex Casa del Fascio a Como di Giuseppe Terragni. La cosa che non mi interessa solamente l’edificio in sé ma il fatto che oggi sia usato come sede della Guardia di Finanza.
È interessante osservare le dinamiche che intercorrono tra un edificio così
potente, una storia e un impianto architettonico straordinario e le figure che
entrano ed escono dagli uffici, le loro divise, la gestualità.
Sono perfettamente in sintonia con il luogo.
Per evidenziare questo ho dovuto usare oltre alla fotografia
l’immagine in movimento e il suono.
Certamente. Il mio atteggiamento e la mia visione sono fortemente influenzate
dalla formazione fotografica, anche nella realizzazione dei miei film. Inquadrature lunghe e fisse che seguono lente e silenziose mutazioni dove il tempo è padrone.
Forse è proprio il partire da un dato reale.
L’inquadratura ha sicuramente un ruolo fondamentale, ma anche la luce.
Il mio intento iniziale è costruire una serie di immagini mediante specifici principi
compositivi, nel tentativo di leggere, come nel caso della fabbrica
della serie Surround, tutti i possibili piani di costruzione.