Considerazioni sul sentimento del sublime e del bello/Avviso dell'editore francese

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Avviso sommario sull'opera dell'editore francese
A chi legge Capitolo I
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AVVISO SOMMARIO

sull’opera dell’editore francese1.



La presente opera porta il nome d’uno scrittore che ha dato, nella sua patria, nuova direzione agli studii della filosofia. Nelle lettere, come in altri oggetti, non si operano le rivoluzioni senza che quelli che ne divengono i capi, non giustifichino con un certo merito una parte sì azzardosa. Ma sempre grandi son essi per certo riguardo. L’autore della Critica della ragion pura ha numerosi partegiani in Francia e presso altre nazioni: più ei n’avrebbe, se la sua dottrina, ardua sovente ed oscura, fosse a portata di tutte le menti. Dir questo, è senza fallo rivolgergli grave rimprovero; giacchè di dolce splendore deve brillare [p. viii modifica]costantemente la verità; convien pure che tutti gli occhi soffrir possono il suo lume, fra gli uomini almeno che coltivarono il loro intelletto.

Ci asterremo quì di parlare degli scritti di metafisica trascendente del dottor Kant. Le sue Considerazioni sul sentimento del Sublime e del Bello han dovuto fissare la nostra attenzione, come probabilmente la fisseranno pure d’ogni leggitore che si compiacerà di nuove osservazioni e prese in un ordine di cose positivo. Amabile ed attraente è in quest’opera il grave filosofo, perchè non mai si tien lungi dalla natura. Sovente profonde riescono le sue osservazioni; ma non si allontanano pertanto della sfera della vita comune; siffattamente adunque, ne divien facile a ciascuno di applicarle. Leggerle, non è già uscire dal proprio precinto, per poco però che l’appartamento trovasi in suppellettili. Debbono prendervi gusto soprattutto le donne, alle quali và questo scritto, nella sua maggior parte, consacrato. Ben trattate dall’autore, parrebbero avernelo ricompensato, nell’aiutarlo a disegnare i loro più fini e dilicati tratti. Al livello del soggetto che tratta, ne ha Kant tutta la grazia, in che il [p. ix modifica]troviam noi ben superiore al nostro sì celebre Montesquieu, il quale cessando dall’esser pubblicista, abbozzò, sul Bello, non senza ricercatezza di stile, alcune pagine, sulle quali abbiam noi fatto un esame. Aggiungiamo pure che i consigli d’indulgente saviezza accrescono il pregio del tributo, pagato dal professore di Kœnigsberg al sesso cui è stato affidato di mantenere, mercè la malia delle sue virtù, e forse pure delle sue seduzioni, l’armonia del sistema sociale.

Comparve quest’opera in Alemagna intorno all’anno 1771, epoca ancor del primo periodo letterario di Kant; fu ripieno il secondo da produzioni di filosofia trascendente, e reso famoso, nel 1781, dalla Critica della ragion pura, concepimento, come elevato, così pure straordinario, sul quale basò i fondamenti della dottrina controversa ai nostri giorni nelle università le più celebri. Contiene quest’ultimo scritto alcune idee sul Sublime e sul Bello, considerate in riguardo alla loro astratta natura. Ciò non nega pertanto al presente trattato di contenere considerevoli germi di vivi pensieri, rigorosi sovente e talvolta pieni d’avvenire, come i tempi l’han giustificato. [p. x modifica]Vi scorgi la bella agitatezza del genio che cerca se stesso e ch’è certo d’invenirsi, le osservazioni omai vi si collegano, le riflessioni vi si connettono, lo spirito d’ordine e di metodo annunzia il filosofo. Se nel comporre il suo libro contrasse Kant degli obblighi verso quello dello Spirito delle leggi, come ne siam noi persuasi, ha composta pertanto un opera che non gli è inferiore in quanto al suo originale carattere. Secondo noi, dice pure più cose allo spirito che no ’l facci il famoso trattato di Burke su di simile materia, sebbene assai più pagine v’abbia senza dubbio consumate l’inglese filosofo.

  1. Il sig. Keratry, autore sì noto per le sue Induzioni Morali e Fisiologiche, per l’opera sul Bello nelle arti d’imitazione, etc. ha pur pubblicato un commentario sulla presente operetta che sarà egualmente pubblicato se al pubblico aggradirà quest’opuscolo.