Compendio storico della Valle Mesolcina/Capitolo II
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Capitolo I | Capitolo III | ► |
CAPITOLO II.
Molti secoli prima della fondazione di Roma la Val Mesolcina non era abitata, come le altri valle convicine, che da pochi, rustici e feroci pastori che fra di loro vivevano in continue inimicizie, tra i quali si mescolarono poi alcuni Lepontii i quali si erano introdotti nella Valle non si sa precisamente come, nè in qual tempo. Guler nell’accreditata e dettagliata sua Storia della Rezia1 riferisce le tre antiche diverse opinioni sull’origine dei Lepontii. Con la prima si pretende che essi fossero Armeni condotti da Ascenas allorchè entrò in Germania tre secoli circa dopo il Diluvio universale, e che trovandosi essi in gran numero, alcuni siano venuti ad abitare nelle varie vallate delle nostre Alpi. Colla seconda opinione si crede che i Lepontii fossero stati degli stanchi od ammalati soldati lasciati indietro da Ercole allorchè ritornava conquistatore dalle Spagne, giacchè la parola greca Λεπoητιoι, Lepontii, vuol dire gente lasciata addietro. L’ultimo ed il più comune parere è quello che i Lepontii siano gente Gallo-Celtico di nazione tedesca, la di cui origine derivava da quelle famiglie che avevano fatto parte nella spedizione d’Ascenas, che col successo cambiamento di lingua i chiamò poi Celta. È da osservarsi che al principio tutti i coloni Celti venivano indistintamente chiamati Lepontii; ma più tardi per distinguersi gli uni dagli altri, secondo le loro posizioni geografiche, essi adottarono i nomi di Corvantii, Saruneti, ed Estioni, conservarono l’antico nome di Lepontii solo quelli che abitavano fra le sorgenti del Reno e del Rodano, nel qual circuito era pur compresa la Mesolcina.
Quei grossolani primi abitanti della Mesolcina si congregavano di quando in quando in Museal2, ove esisteva una ramosa quercia di smisurata grandezza, sotto la quale essi si riunivano per trattare sulle cose comuni, per far il loro commercio, per banchettare, e per commettere anche disordini. È da supporsi che sotto il nome d’una ramosa quercia, il trasmettitore di queste prime notizie mesolcinesi s’intendesse descrivere una piccola foresta di simili piante, perchè in quegli antichi tempi era in fatti costume di riunirsi per le pubbliche preghiere, e per tenere le pubbliche assemblee in un bosco che veniva chiamato sacro.
Non si sa qual linguaggio possedessero i pastori primi abitanti della Mesolcina, ma dopo l’installazione dei Lepontii, vi si adottò quella loro lingua che era l’antico tedesco.