Compendio della dottrina cristiana/Prime nozioni di catechismo/Capo III
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Capo III.
Atti di Fede, di Speranza, di Carità e di Contrizione.
D. Dite l’Atto di Fede.
R. Io credo fermamente, perchè così ha rivelato Dio, infallibile verità, alla santa Chiesa cattolica, e per mezzo di essa lo rivela anche a noi, che vi è un solo Dio in tre Persone Divine, uguali e distinte, che si chiamano Padre, Figliuolo e Spirito Santo; che il Figliuolo si fece uomo, prendendo, per opera dello Spirito Santo, carne ed anima umana nel seno della purissima Vergine Maria: morì per noi in croce, risuscitò, salì al cielo, e di là ha da venire alla fine del mondo a giudicare tutti i vivi ed i morti, per dare per sempre ai buoni il paradiso ed ai cattivi l’inferno. E di più per l’istesso motivo credo tutto quello che crede ed insegna la medesima santa Chiesa.
D. Dite l’Atto di Speranza.
R. Dio mio, perchè siete onnipotente ed infinitamente buono e misericordioso, io spero che, per i meriti della passione e morte di Gesù Cristo nostro Salvatore, mi darete la vita eterna, la quale Voi fedelissimo avete promessa a chi farà opere da buon cristiano, come propongo di fare col vostro santo aiuto.
D. Dite l’Atto di Carità.
R. Dio mio, perchè siete sommo e perfettissimo Bene, vi amo con tutto il cuore e sopra ogni altra cosa, e, piuttosto che offendervi, sono disposto a perdere ogni altra cosa e per amor vostro amo ancora e voglio amare il prossimo mio come me medesimo.
D. Dite l’Atto di Contrizione.
R. Dio mio, per esser Voi somma Bontà, e perchè vi amo sopra ogni cosa, mi pento e mi dolgo di vero cuore di avervi offeso, e propongo fermamente, col vostro santo aiuto, di non peccare mai più nell’avvenire, ed in particolare di fuggire le occasioni prossime del peccato.
D. Dite l’Atto di Attrizione e Contrizione?
R. O mio Dio, mi pento e mi dolgo di vero cuore di avervi offeso. Me ne pento per l’inferno che ho meritato e per il paradiso che ho perduto; ma molto più mi pento perchè peccando ho offeso un Dio così buono, così grande come siete Voi. Vorrei prima esser morto che avervi offeso; e propongo fermamente di non peccare più per l’avvenire e di fuggire le occasioni prossime del peccato.