Col bello aprile apportator de' fiori
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SOPRA LA ROSA
Col bello aprile apportator de’ fiori
L’estiva rosa io canto;
Accompagna, o fanciullo, i versi miei.
Fragranza degli Dei,
Degli uomini delizia, inclita rosa,
Tu, quando il crine infiori
De’ pargoletti amori,
Sei delle grazie il vanto.
O di leggiadre favole subbietto,
O delle Muse pianta graziosa,
Di Citerea diletto;
Alla man, che per via ti s’avvicina,
Dolce fai la tua spina,
Cara alle molli dita
Di chi ti coglie e palpa, o fior d’amore.
Tu ai poeti gradita
Sei de’ conviti e delle mense onore,
Fior soave e celeste,
Onde Bacco più liete ha le sue feste:
Qual avvi al mondo cosa
Bella senza la rosa?
Al balzo coo s’affaccia
Rosea l’Aurora, e rosee
Le Ninfe hanno le braccia,
E rosa finge Poesia le tenere
Membra dell’alma Venere.
La rosa è vita agli egri;
I morti corpi integri
Serba la rosa, e in sua vecchiezza verde
L’odor di gioventude unqua non perde.
Cantiam l’origin sua. Quande dall’acque
Del mar spumante nacque
Rugiadosa Ciprigna, e la belligera
Minerva a tutto il ciel Diva tremenda
Dal capo uscì di Giove,
La rosa, opra stupenda
Fu vista germinar per ogni dove.
Ad irrigar la terra onda di nettare
Piove dal ciel: tosto le siepi ammanta
Consacrata a Lièo l’immortal pianta.
C.