Ciò ch'io veggo di qua m'è mortal duolo
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Questo testo fa parte della raccolta Rime (Cino da Pistoia)
Ciò ch’io veggo di qua m’è mortal duolo,
Poichè io son lunge in fra selvaggia gente;
La quale io fuggo, e sto celatamente,
Perchè mi trovi Amor col pensier solo;
Chè allor passo li monti e ratto volo5
Al loco ove ritrova il cor la mente;
Imaginando intelligibilmente,
Mi conforta un pensier, che tesse un volo.
Così non morragg’io, se fia tostano
Lo mio redire a far sì ched io miri10
La bella gioia da cui son lontano:
Quella, ch’io chiamo, lasso!, coi sospiri,
Perch’odito non sia da cor villano
D’Amor nemico e degli suoi desiri.