Chiudeva i vaghi lumi in dolce obblio
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Gregorio Redi
IV1
Chiudeva i vaghi lumi in dolce obblìo
Quel, che dà legge agli astri, e imper’ai venti,
Tacean l’aure d’intorno, e i molti argenti
Teneva immoti ossequioso il Rio.
5Nel silenzio commun volea sol’io
Al Fanciullo formar nenie innocenti,
Ma d’un profano stil rime dolenti
Potean turbare il sonno al nato Dio:
Quando, o Fidanna, udii quell’amoroso
10Tuo canto del celeste esempio e norma,
Ch’al Bambin lusingava il bel riposo.
Segui a cantare: e se per l’Uom riforma
Quel sonno d’Eva il male, in suon pietoso
Donna più saggia canti, acciocch’ei dorma.
Note
- ↑ Vedi il Sonetto III. di Petronilla Massimi Paolini, pag. 280.