Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia, e non sa quel che trova/Atto terzo/Scena decima
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Eva e Piero.
- Eva
- Sei tu? non sei fuggito? sei mio? dimmelo che sei mio! Piero, non sei andato con quella donna, vuoi bene a me? Sei il mio Piero di una volta, il mio Piero che studia e lavora... Come ti stava bene quella barba! Converrà lasciartela tornare; è vero? Piero, Piero... se tu sapessi quanto ho sofferto... Piero...
- Piero
- T'ho da fare il mio solito regalo... Eva... lo vedi là? (Accenna lo studio).
- Eva
- (si abbandona a sedere singhiozzando). I miei fiori... i miei poveri fiori!
- Piero
- Eva... mi perdoni? Lo so che ti ho fatto soffrire... credi tu che non ne patissi, io?
- Eva
- Adesso sei mio, non è vero? Non sei più del mondo... Sei il Piero che rimane in casa la sera... che rimane in casa a lavorare.
- Piero
- A lavorare no; non ho io tutta la giornata per lo studio? La sera è tua: la sera, io le farò la corte, signorina... sarò il suo visitatore. Mi permetterai di venirti a trovare?
- Eva
- E quella donna?
- Piero
- Quella donna... come la chiami tu... la signora Luisa partirà stasera per... raggiungere suo marito... a cui vuol bene e col quale vuole essere felice.
- Eva
- Grazie, Signore!