Certo che il mio Cignan fu in Paradiso
Questo testo è stato riletto e controllato. |
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Giulio Cesare Grazini
I1
Certo che il mio Cignan fu in Paradiso,
E nella luce dell’empireo regno
Tenendo il guardo immobilmente fiso,
Il gran color v’apprese, e il gran disegno;
5E le angeliche facce e gli atti e il viso
Di là ritrasse alzato oltre uman segno:
Che aver mai non potea d’altronde avviso
Di quel, che pinse, almo lavoro e degno.
Poichè in mirar le forme alte e leggiadre
10Di Lei, che in un dell’increato Nume
È sposa e figlia, e in un vergine e madre:
Rapito ogni intelletto, oltre il costume
Basso e mortal, delle superne squadre
Rimane assorto entro l’immenso lume.
Note
- ↑ Per la cupola di Santa Maria del Fuoco di Forli dipinta dal cavalier Carlo Cignani.