Catullo e Lesbia/Varianti/5. - VII
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Lezione adottata dal Partenio, dallo Scaligero, da Achille Stazio e da Palladio Fusco. Secondo il Vossio, laserpicium è detta la pianta da lac serpicium, o piuttosto da laseris spica. Il Mureto preferisce laserpitiferis, che torna lo stesso, giacchè è volgare, che i Latini scambiarono in alcuni casi, per vezzo di pronunzia, la ti con la c, come fanno ora gl'Inglesi.
Ibidem. |
In un esemplare, che fu del Commelino, leggesi maha e non mala; perchè taluno ha sospettato che Catullo avesse scritto maga. Il Vossio osserva: Ego vulgarem malui servare lectionem, quæ, nisi fallor, verior et Catullo dignior; cum altera nescio quid putidum suboleat. Il verso penultimo del carme V:
mi par che renda più certa la nostra lezione, che vien d’altronde rassicurata dal v. 28 dell’egloga VII di Virgilio:
Aut, si ultra placitum laudarit, baccare frontem |