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Capitolo sopra all'amicizia II

 
O Padre etterno, onde a noi nasce e piove
ogni lume, ogni grazia, onde l’Amore
primo al mondo s’infonde, o sommo Iove,

senza la cui virtù, senza ’l favore
5del qual niente puossi, or sia presente,
ora stringa ’l mio petto il tuo valore,

ora ’nfiammi quel foco la mia mente,
che, su del ciel mandato in terra, accese
l’antiche fiamme sue lì quasi spente!

10Dal vigor delle quai non si difese
chi le saetta, ma nel proprio foco
arse e perì po’ che quivi discese.

Donde, se ’l mio parlar frigido e fioco
non è acceso, cantar non potrei
15di tua potenzia, Amor, molto né poco,

né degli effetti tuoi, né di colei
senza la qual tutto manca e perisce,
e della qual cantar debbo e vorrei:

dico dell’Amicizia, ch’or languisce
20misera, aflitta, lacerata e tale
qual esser suol chi ciascun avilisce;

onde, spezzato e rotto ogni suo strale,
da cupidine vinta, aspra e ’ndegnata,
all’antico suo sen già volge l’ale.

25Ma or con prieghi e grande onor chiamata,
forse ritornerà donde fuggita
era, come già fu, benigna e grata,

sì che colui, ch’alle sue lode invita
li alti intelletti, è di tal loda degno,
30ch’a dirlo è brieve ogni ’ngegno, ogni vita;

perché sanz’essa ogni tribo, ogni regno
subito cade, e ciò che piace e giova
dall’Amicizia tien l’ordine e ’l segno.

Con questa fa Natura ogni sua prova,
35questa tempra i contrarî e spira e ’nfonde
modo e bellezza, e ogni esser rinnova;

questa in quadre figure atta le tonde,
questa con modo ed ordine e misura
procede, sì che nïente confonde.

40Questa, se truova ’ngegno a sua natura
atto, commuove, incende, ferma e finge
sua maestà, sua luce e sua figura;

e dell’essenzia quel segna e dipinge
della qual essa scende, onde colui,
45che col fren di costei sé muove e stringe,

al ciel subito leva li occhi suoi
e, dall’alie d’Amor portato, arriva
dov’al mezzo s’accorda el primo e ’l poi.

E quivi la bellezza e luce viva
50truova, contempla, sì che, quindi assorto,
tratto d’Amor, di sé tosto si priva,

nel lume cieco e nella vita morto,
e nïente nell’esser diventato,
benché nel suo mancar pigli conforto.

55Anzi subito grida: «Egli è ’ngannato
ciascun che qui non viene! I’ mi credea
essere amico, già essere amato.

Or veggo che ’l mio amore in sé volgea
tutti suo raggi, onde com’acqua in vetro
60ogni suo colpo effuso si spargea.

Ma poi ch’a me lasciai me stesso retro
Amore e Libertà vidi coniunto,
dov’è del santo ardor l’ultimo metro.

Ed in quel, senza cerchio ubique punto,
65vidi dell’Amicizia il sacro fonte
e l’essemplare in lui raccolto e giunto,

dal qual formata è ’mpressa la mia fronte».
«Ogni amicizia è falsa, se non quella
– dissi –, ch’è temperata in questo monte,

70dov’è ’l sacro suggel, dov’è la stella
de’ navicanti, in mar rettrice e guida,
dov’è d’amor la legge onesta e bella,

la qual con alta voce al mondo grida:
‘Chi sé nel primo amor non ferma e ’ncende,
75segue nel suo pensier l’antico Mida

ed a Medusa e Circe avaro vende
l’amor, se amor è, onde, mutato
in bestial forma e ’nsensata, discende!’ »

Ma chi con Prometèo in ciel levato
80fura ’l fuoco vivifico, nel quale
l’antico Ganimede arse traslato,

alla terra rivolge ogni suo strale
e, dalla diva fiamma acceso e mosso,
fa sé amando a tutte cose equale,

85e, benché truovi ’l mondo tardo e grosso
a ricever d’Amor lo studio e l’atto,
dal moto suo già mai non è rimosso.

Ma dell’alma Amicizia è ’l primo patto:
servando ’l ben che lui fatt’ha beato,
90partire a tutti vuol libero e atto.

Quinci simil si fa spesso all’amato,
acciò che lui a sé simil diventi,
fin ch’è, dond’esso scese, a lui menato;

e dell’antico Elia presi i ferventi
95e rapidi cavagli, in ogni parte
volando, giova e soccorre le genti,

non temendo Pluton, Cloto, né Marte;
ma, di fiamme vestito e di saette
armato, d’Amor segue ogni su’ arte,

100le quai son, s’i’ non erro, or due or sette,
che, in quattro d’oro strali essercitate,
rendon l’alme all’amor pronte ed elette,

e le quai, per tôr tedio, ora lasciate,
senza fren correrò dove l’Amore
105volgerà le mie vele alte e gonfiate.

L’alma Amicizia pon l’anima e ’l core
pe’ cari amici e nïente alieno
de l’amico a sé crede o di sé fore,

ed allent’all’amare e stringe ’l freno
110quanto a chi è amato si conviene,
più dando dove è più, men dov’è meno.

Dove son le cagion dell’amor piene,
per amor contra sé diventa dura
e contenta sostien l’ultime pene.

115Ogni cosa ha d’ognun diventa; e cura
sempre ’n altri voler quel che ’n sé volle,
e varia a tempo e muta sua figura.

Nulla ’niuria da lei mai l’Amor tolle,
ma con l’amore ogn’odio e ’ngiuria spegne
120e savia regge il matto e ’nsegn’al folle;

è certa negl’incerti e stima indegne
del vero Amor cagioni, utilitate,
conïunzion, diletto, uso e convegne,

credendo dell’Amor la libertate
125quinci legata, e Carità perire.
Dov’è, arde e luce ogni sua dignitate.

Questa non vive in sé né può morire,
questa nïente ha suo, tutto possiede,
questa non vuole e vuol senza disire.

130questa correndo posa e stando siede,
questa, di sé minor, se stessa avanza,
questa segue ciascun, ciascuno eccede;

questa la levità con la costanza
vince, e colla fortezza ogni timore,
135viltà, pigrizia e odio con l’istanza;

questa pia e crudel vivendo more,
anzi, per non morir, la vita uccide,
che già morì perché vivesse Amore;

questa pel mondo sé dal ciel divide,
140questa non truova pace, infin che ’l frutto
colga di quell’Amor che ’n ciel già vide;

questa, bench’a ciascun dia ’l suo cor tutto,
più dolce sente il vincol di coloro
ne’ quai ha fatto il vano amor distrutto,

145ne’ quai del vero ben truova ’l tesoro,
ne’ quali è ’l sacro lume e lo splendore,
e della viva scienzia il provat’oro.

In questi l’Amicizia el suo dolzore
suole spiegar nell’uso e nel sermone
150alterno, ove ciascuno apre ’l suo core,

ov’ogni occulto, ogni secreto pone
in mano al vero amico ed ogni senso:
dà e riceve, e domanda e dispone;

appara, insegna e, s’è talora offenso
155da le umane miserie, nell’amico
spera conforto al suo dolore immenso,

e in lui, maggiore assa’ più ch’i’ non dico,
alla sua piaga truova medicina,
fedel consiglio, libero e pudico.

160È la ver’Amicizia una fucina
dove si purga l’oro; e dov’è, spenta
si truova over perisce altra ramina.

Se nelle colpe tue vedi esser lenta
la correzion di quel ch’amico chiami,
165d’amico, assentator forse diventa;

e se tu lui come ver amico ami,
correggi quello error che non corregge,
se non vuo’ de l’amor romper li rami.

Dell’amicizia que’ rompe ogni legge
170ch’amonito si turba, adira e sdegna
e dell’amico in sé l’ardir sommerge.

Poco nell’amicizia dura o regna
chi all’amico non diventa equale
quanto bisogna, e ’l suo minor non degna.

175Colui non sa quanto amicizia vale
che per lieve cagion quella rifiuta
ed all’argento fa lei inequale.

L’amicizia fedel mai non si muta,
benché l’amico suo vegga mutato,
180né all’amor l’amor vende o commuta.

E poi che dello amico ha iudicato
non ne’ conviti, ma ne’ tempî, o dove
più l’ebbe a iudicar pronto e parato,

in lui con singular modo si move,
185in forma tal, ch’ogn’altro ama ed abraccia
e ne’ piggior fa spesso miglior prove.

Per vizio e per viltà niun mai discaccia,
ma medico soccorre a ogni piaga,
che lui di simil morbo non minaccia.

190Per lui porta ogni pena e per lui paga
ogn’obligo, se può, e dall’amore
per alcun caso mai ’l suo core smaga.

Del vivo affetto suo, del gran fervore
lo studio e le parole fanno segno,
195che, come tardi, sempre aprono ’l core.

Questa fondò le leggi e diede il regno
alla legal Iustizia per giovare
al mondo, forse di sua cura indegno;

questa costrigne spegnere e domare
200l’antico Ercole i mostri, e Codro more
per poter la sua patria liberare

Regol ritorna in Afric’al furore
de l’inimici, e Muzio pon la vita
e la man perde per publico amore;

205quest’è in croce più volte salita,
questa col sacro sangue il mondo tigne;
mentre che chiama, al ciel conforta e ’nvita;

questa unisce, coniugne, lega e strigne
ciò ch’è coniunto, e ’l contrario divide;
210ciò che è unito dissipa e distigne.

Senza costei Bellona e Marte stride,
e, con grave ruina e sevo orrore,
fracassa, turba, lacera ed uccide.

Accende nelle Furie il crudo ardore,
215e di serpenti e fiamme armate vanno
con orribil tempesta e con furore,

turbando ’l mondo e le genti, ove sanno
dell’Amicizia il sacro nodo sciolto
essere, e discacciata con affanno.

220Ma chi nel sen di questa s’è raccolto
e, per non perder lei, se stesso vende,
dal sommo e vero Ben ma’ sarà tolto.

Senz’amicizia il mondo e ’l ciel s’offende,
ogni lume d’ingegno, ogni virtute,
225ogni dottrina e grazia in mal s’estende;

ogni gloria, ogni onore, ogni salute
senz’amicizia nuoce, e ’l ciel disdegna
chi con amor non ha suo vie compiute.

Però che quel Signor, che lassù regna,
230per la sacra Amicizia in terra scende
e, om fatto per lei, lì morir degna,

sicché chi odia questa lui offende.
Il perché nïun speri a’ ciel salire,
se sé all’Amicizia e ’l suo non rende,

235a lei viver disposto, a lei morire.